Del resto, Polidori era medico personale e strettissimo amico di Byron e il nome del suo vampiro, Ruthven, è preso dal romanzo “Glenarvon” di Caroline Lamb, ispirato al poeta inglese.
Ruthven è personaggio affascinante, nell’ottica dell’epoca che attribuiva al vampiro qualità da seduttore, atte ad attirare le giovani vittime.
Il racconto in sé non è eccezionale, almeno alla luce della nostra epoca; a onor del vero, non è neanche facile da leggere, dato che fa arditi salti concettuali.
Quello che è interessante è che questo racconto fa un po’ da capostipite al tema del vampirismo sviluppatosi poi in Inghilterra durante il XIX secolo attraverso i Penny Dredful, fino ad arrivare ovviamente a Dracula di Bram Stoker, che dalla sua ha un impianto molto più complesso, una figura del vampiro più selvaggia e bestiale e una solidissima ricerca storica e geografica che in Polidori invece è un po’ lasciata alla fantasia.