Il vangelo secondo Frau Blücher
Creato il 24 maggio 2010 da Ilgrandemarziano
«Un ulteriore segno della grande intelligenza dell'uomo, dono di Dio per conoscere meglio il creato e poterlo meglio ordinare». È stato questo l'illuminato commento del Presidente della CEI, Cardinale Angelo Bagnasco alla notizia della creazione della prima cellula vivente "artificiale" (in realtà di ingegnerizzato geneticamente c'era "solo" il nucleo) da parte di Craig Venter.
Lasciando da parte tutto quanto di discutibile aleggia da anni intorno alla figura di Venter, e restando sul mero aspetto ideologico della faccenda, rapportandola però ai territori della religione cattolica, dalle mie parti (e da quelle di Mary Shelley) costruire una vita in laboratorio dovrebbe significare mettersi in competizione con Dio, unico possibile dispensatore di Vita, se non addirittura volersi presuntuosamente sostituire a Lui, con tutti i pericoli del caso. In effetti poco dopo altri ecclesiastici si sono affrettati a precisare che (a) non si tratta di vita, ovvero (b) non c'è stata creazione. E se su (b) potrei anche essere d'accordo, su (a) nutro qualche dubbio.
Comunque sia per Bagnasco si! può! fareee!, fatta salva ovviamente la dimensione etica, che peraltro sarà anche la più difficile da disciplinare e impossibile da controllare (a riguardo sono già aperte le scommesse, ma le quotazioni sono bassine). Se poi ci si ricorda di altre questioncine marginali, quali l'utilizzo delle staminali o la fecondazione assistita, diventa difficile non notare da parte della Chiesa l'adozione di tanti pesi e tante misure, almeno quante sono le sfaccettature della convenienza.
Convenienza? Quale convenienza?
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