Il veleno nel Pd. Ammazzerà il partito?

Creato il 17 novembre 2013 da Laperonza

C’è un clima tesissimo dentro il Pd. Si stanno massacrando a parole, tra insulti, accuse, dictat. Sono soprattutto i cuperliani a muoversi con maggior veemenza in questa guerra al massacro che precede l’elezione del nuovo segretario. Si dirà: fa parte del processo democratico, la dialettica politica e blablablà. In effetti, la vecchia Democrazia Cristiana, alla quale il Pd sembra ispirarsi, quantomeno nella sua parte storicamente negativa, era composta di molteplici correnti perennemente in lotta tra loro e questa lotta era sanguinolenta e violentissima. Ma non trapelava se non in minima parte.

Nel Pd, invece, ci si massacra sui media, ci si insulta sui giornali, ci si spara addosso in televisione. Per tacere del social network dove vetusti personaggi di serie D sognano la platea e, finalmente sopra al palchetto del comizio, ancorchè virtuale, lanciano i loro strali contro il candidato avversario. Risultato? Evidente: l’idea diffusa di un partito che non c’è, sbriciolato, annichilito, annientato da guerre intestine per la gestione di chissà quale potere.

Il punto, però, è che, alla fine di questa guerra, al termine di questo spargimento di sangue, alla foce di questo fiume di veleno, un vincitore ci sarà. E allora, cosa faranno gli sconfitti? Si recheranno a Canossa vestiti di Cenci? O andranno ad Avignone? Si profila una diaspora degli sconfitti o ci sarà la perdonanza del vincitore? Vedremo, ma per ora, rattristiamoci per lo spettacolo.

Luca Craia


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