"I bamini sanno", il film di Walter Veltroni intorno al mondo dell'infanzia, con le voci di 39 bambini tra gli 8 e i 13 anni, secondo me, anche a scapito, qua e là, di qualche eccesso retorico, è un racconto di come un adulto si ponga in ascolto dei fanciulli, si apra al loro mondo in modo curioso, ne faccia emergere emozioni gioiose e tristi. Vedendolo non si può non andare con la memoria alla propria infanzia, alle domande che ci si faceva sul mondo circostante e in particolare a quella strana specie di individui chiamati "adulti", a cominciare dai propri genitori. Il Veltroni che ha lasciato la politica ed è approdato alla letteratura e al cinema, è una persona che sembra respirare in modo diverso, più autentico, che dà l'impressione di essersi levato un grosso peso (a partire dalla rivalità con D'Alema e dall'obbligo di presenziare ai talk show televisivi) e che ora si possa dedicare ad attività più consone alla propria indole.
Per un commento critico negativo, si può leggere qui la recensione di Goffredo Fofi dal sito di Internazionale.