succede che un libro può cambiare la visuale che si ha di un personaggio pubblico, di un attore e presentatore come Flavio Insinna. bravo, anzi bravissimo dotato di una lampante vis comica. ma il suo volto così a lungo accomunato al programma dei pacchi sulla Rai, mi dava non appena appariva sullo schermo un certo senso di fastidio.
poi mi capita tra le mani il suo libro. Neanche con un morso all’orecchio, edito da Mondadori, e m’innamoro del suo modo di raccontarsi. e di raccontare un dolore, quello della perdita di suo padre, e della conseguente crescita personale. il rapporto tra padre e figlio è narrato delicatamente, dall’infanzia alla maturità, ricco di piccoli e grandi episodi, un lungo addio, un bisogno di fermare sulla carta emozioni che gridano speranza e incertezza, gioie e dolori, nel seno di una famiglia alla quale alla fine sentiamo un po’ tutti di appartenere.
il libro è attualmente sul mio comodino. ogni sera leggo un capitolo ed è bello rispeccchiarsi nelle dinamiche familiari raccontate magistralmente da Insinna. e non nascondo che ogni sera una lacrima furtiva bagna quelle pagine…la commozione e l’empatia a volte giocano questi scherzetti!
con questo post partecipo al venerdì del libro di homemademamma.
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