Non me ne vogliate, vi ripropongo un altro libro di origine medio-orientale, dall’Iran per la precisione. Si avvicinano le vacanze estive, e il buon giardiniere orticoltore vuole gustarsi i suoi frutti del suo orto assaporando anche le parole di un libro, nelle calde giornate di agosto. Quindi lasciatemi consigliarvi questo piccolo libro di poesia di Abbas Kiarostami. Lo conoscete? Io sono un ammiratore di questo cineasta e dei suoi film. Ho una certa propensione ad alcuni aspetti delle culture orientali – il grafismo magico del persiano, le opere grafiche di Reza Abedini, il film di Kiarostami e quelli di Mohsen Makhmalbaf, gli essenziali e bellissimi tappeti Gabbeh, le fontane d’acqua…
A cosa serve decantare la primavera
biasimare l’autunno
quando uno se ne va
e l’altro ritorna.
L’altra cosa che ho apprezzato in questo libro – e che secondo me è fondamentale almeno nei libri di poesia – sono i versi originali a fronte, in persiano. Certo, lontano dallo studiare il persiano, ma vedendo quel loro modo di scrivere, quasi un ornamento, mi riesce meglio immaginarmi quanto sia lontano la mia cultura dalla loro, ma anche quanto ci sia di affascinante nelle cose che non conosco…
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