Il Verlan: una lingua al contrario
Se sbarcate per la prima volta sul pianeta Parigi, dopo aver studiato la lingua francese sui libri di scuola, vi renderete rapidamente conto delle molteplici sfumature che la lingua di Molière può assumere.
I francesi tendono spesso a contrarre e abbreviare le parole lunghe (es: resto sta per restaurant, ado sta per adolescent).
Inoltre, la lingua francese si colora costantemente di nuove forme lessicali provenienti dallo slang giovanile e da neologismi tratti dalle tendenze della cultura moderna.
Esiste poi una forma particolare di espressione che rappresenta un vero e proprio linguaggio in codice: il verlan.
Questo insolito slang linguistico si ricava invertendo l’ordine delle sillabe delle parole creando così nuovi vocaboli ( la stessa parola verlan deriva dall’inversione delle sillabe della parola l’envers).
L’origine di questo atipico codice verbale, molto in voga tra i giovani delle periferie parigine, resta oscura e si colloca intorno al 1950.
Alcuni studiosi affermano che il filosofo Voltaire abbia creato il suo pseudonimo invertendo le sillabe del comune di Airvault.
Altri letterati scorgono i primi albori del verlan già nel XII secolo nella famosa opera Tristano e Isotta: in un passo del racconto, Tristano camuffa la sua identità utilizzando il nome di Tantris.
In ogni caso questa atipica forma linguistica si è diffusa su larga scala a partire dagli anni 1990 grazie all’avvento della musica rap e delle sue originali espressioni.
Il successo del verlan tra gli strati più popolari della società e il suo impiego nei testi di molte canzoni e film ha contribuito alla sua enorme diffusione.
Il verlan è facilmente identificabile foneticamente e numerose parole invertite sono entrate a far parte del vocabolario quotidiano di tantissimi giovani.
Eccovi alcune delle espressioni più diffuse:
Femme (donna): meuf
Fête (festa): teuf
Flic (poliziotto): keuf
Fond (fondo): donf
Fou (pazzo): ouf
Laisse tomber (lascia stare): Laisse beton
Tuttavia non tutte le parole possono essere tradotte in verlan: è necessario che la parola sia abbastanza orecchiabile e che si presti bene all’inversione dal punto d vista fonetico.