Il vero Salinger svelato da una corrispondenza inedita

Creato il 05 febbraio 2011 da Ognimaledettopost
Un uomo affascinante, cordiale, dal temperamento caloroso e incline alla battuta.
Un uomo del tutto diverso dall’orso scostante e burbero spesso descritto dai media.
Questo il ritratto dello scrittore statunitense che emerge da cinquanta lettere inedite inviate tra il 1986 e il 2002 ad un amico inglese, Donald Hartog e donate dalla figlia di quest’ultimo all’università britannica di East Anglia, che le ha rese pubbliche.
I due si erano conosciuti nel 1937, entrambi diciottenni, a Vienna, dove studiavano insieme il tedesco.
Dopo anni di silenzio, nel 1986 Donald Hartog inviò una missiva al vecchio amico che non aveva mai dimenticato e così ebbe inizio una corrispondenza più o meno regolare che si protrasse per 16 anni e fu accompagnata da varie visite.
Nelle lettere inviate Salinger esprime la sua passione per i viaggi, il tennis, i tre tenori – soprattutto José Carreras – e per i panini di Burger King. Parla di arte, cinema, delle serate al ristorante o a teatro e della speranza di assistere ad un concerto di Cechov. Qualifica come «stupidi» Reagan e Bush e si mostra diffidente nei confronti della Thatcher. Consiglia anche libri ai figli di Hartog e allega spesso ai suoi messaggi ritagli di giornale.
«Le lettere sono molto commoventi -ha commentato Frances, la figlia di Hartog- e sono scritte proprio nello stile dei suoi libri: uno stile casual ma che usa esattamente le parole giuste. Vi è incredibile calore e affetto verso mio padre e questo è così in contrasto da come solitamente Salinger viene rappresentato». Ricordando la visita dello scrittore in occasione del 70° compleanno del padre, nel 1989, Mrs. Hartog aggiunge: «Non avevo molta voglia di incontrarlo, perché mi piaceva la sua scrittura e temevo che egli potesse essere piuttosto sgradevole, in linea con la sua reputazione, ma non lo fu affatto, fu assolutamente affascinante».
In poche parole, «un altro Salinger, un Salinger comune e non l’uomo recluso e in collera quale lo si credeva», commenta Christopher Bigsby, docente di studi americani all’Università di East Anglia, nel comunicato ufficiale pubblicato dalla facoltà. E in un’intervista al Daily Telegraph aggiunge: «Oggi ci aspettiamo dai nostri scrittori che siano personaggi pubblici. Salinger non era interessato a questo. Non si fidava dei media e odiava l’idea di una biografia». Tuttavia non è un «eremita folle, quello che si rivela in queste lettere. Certo, amava la sua privacy, ma egli visse nel mondo ed ebbe grande piacere da esso».

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