«Pensare criticamente la nostra vita», soffermarsi e riflettere. Lo deve fare l’uomo comune ma anche chi ricopre un ruolo pubblico di amministratore locale.
Per l’incontro di Quaresima con gli amministratori locali il Vescovo ha scelto il percorso di Pietro per il momento di riflessione e confronto. Alcuni brani del Vangelo, messi insieme e sottoposti alla lettura degli amministratori che hanno partecipato all’incontro tenutosi presso l’istituto delle suore nel piccolo centro di Vita. «Vi pongo una domanda – ha detto il Vescovo – ma non voglio una vostra plateale risposta, datevela solo nel vostro silenzio: Ad uno che vi ha tradito e non gode della vostra fiducia dareste mai un incarico importante? Ecco, Gesù avrebbe potuto scegliere Giovanni e, invece, ha scelto Pietro che era caduto e aveva pianto». Il confronto con i quaranta amministratori (tra sindaci, consiglieri comunali e provinciali) provenienti da quasi tutti i paesi della Diocesi ha posto l’attenzione sulla responsabilità del ruolo del soggetto posto al governo di un ente locale. «Io non sono un politico – ha detto Enzo Agate, medico e consigliere comunale a Castelvetrano – ma prima della politica ci sono gli uomini. Ecco non bisogna perdere mai di vista questa priorità». «Quello che spesso ci manca è il coraggio – ha detto Vincenzo Cafiso, presidente del consiglio comunale di Castelvetrano – ci troviamo spesso in difficoltà per la paura delle cose che diciamo per evitare la critica». «Quella dei sindaci è una vera missione – ha detto il primo cittadino di Partanna, Giovanni Cuttone – non si deve solo rispondere alle logiche della politica ma, soprattutto, ai propri cittadini ai quali bisogna tendere la mano». «Noi da soli non possiamo stravolgere le cose» ha detto Giacomo Saladino, medico e consigliere comunale a Castelvetrano. Così il Vescovo ha parlato di «solidarietà» e «condivisione in questo momento di difficoltà legata alla crisi generale, valoriale ed economica». Sempre monsignor Mogavero ha aggiunto che «le istituzioni attualmente sono l’anello debole della catena ma dovrebbero diventare l’anello forte del sistema di ripresa». Il percorso di Pietro era stato lo stesso tema scelto dal Vescovo nell’incontro di Quaresima coi giovani della Diocesi, qualche giorno addietro. «Ho scelto la figura di Pietro perché vada meglio scandagliata e perché raccontando la parola di Dio questa diventi messaggio piacevole di ascoltare, ha detto ai giovani il Vescovo. La storia di Pietro ha una dimensione assai ricca dei risvolti umani. Il valore di un uomo che piange come Pietro per un amore tradito un certo senso lo fa. La forza di Pietro è nella coscienza del suo limite e Gesù lo sceglie perché Pietro è debole». «La riflessione di oggi – ha detto durante l’incontro un giovane di Mazara del Vallo, Giuseppe Margiotta – ha evidenziato in me l’importanza di dare il giusto peso a qualsiasi virgola, qualsiasi parola. E poi, nel momento di silenzio, ho cercato di costruire tutta la meditazione, rispecchiandomi nella figura di Pietro e attualizzando quella storia nella mia vita».