Il Vesuvio e la paura dal web: “Moriranno milioni di persone”. Arriva la risposta dell’Osservatorio

Creato il 03 marzo 2014 da Vesuviolive

Quando si parla di Vesuvio e sulla possibilità che possa da un momento all’altro risvegliarsi determinando una catastrofe, il livello di allerta da parte della popolazione interessata è assai alto. Nei giorni scorsi soprattutto sul web si sono riprese alcune dichiarazioni di uno studioso americano, Flavio Dobran, il quale ha previsto una vera e propria catastrofe in caso di eruzione del nostro vulcano che sarebbe inevitabile. Riprendiamo alcune sue affermazioni che hanno letteralmente fatto il giro del web:

Valanghe di fuoco rotoleranno sui fianchi del vulcano alla velocità di 100 metri al secondo e una temperatura di 1000 gradi centigradi – ha detto Dobran -. Questo distruggerà l’intero paesaggio in un raggio di sette chilometri, spazzando via strade e case, bruciando alberi, asfissiando animali, uccidendo forse un milione di esseri umani”.

Sulle previsioni, però, non si sbilancia: “Non possiamo prevederlo – precisa il ricercatore, che sottolinea come il medesimo destino sarà inevitabile anche per l’Etna -. Certo non sarà tra due settimane, però sappiamo con certezza che il momento del grande botto sia per l’Etna che per il Vesuvio, anche se è su quest’ultimo che i nostri test si sono soffermati con particolare attenzione. La conferma viene dalla storia: le eruzioni su larga scala arrivano una volta ogni millennio. Quelle su media scala una volta ogni 4-5 secoli. Quelle su piccola scala ogni 30 anni. Ebbene, l’ultima gigantesca eruzione su larga scala è quella descritta da Plinio il Vecchio: quella che il 24 agosto del 79 dopo Cristo distrusse Ercolano e Pompei uccidendo più di duemila persone. La più recente eruzione su media scala è quella del 1631, che rase al suolo Torre del Greco e Torre Annunziata, facendo 4 mila morti in poche ore”.

A confermare le parole di Dobran ci ha pensato anche un geologo italiano, Annibale Mottana: “Quando il Vesuvio deciderà di dare avvio al suo prossimo ciclo eruttivo comincerà con un’esplosione – ha spiegato Mottana – e il tempo a disposizione per l’evacuazione potrà essere di minuti o al massimo poche ore, considerata l’insufficienza delle vie di fuga. Bisogna dire senza tanti eufemismi che il mezzo milione di persone che abitano le pendici del Vesuvio sarà destinato in gran parte a perire”.

Così il giro di queste dichiarazioni ha suscitato la paura del popolo vesuviano ma ad intervenire sulla questione nei giorni scorsi ci ha pensato l’Osservatorio Vesuviano, il quale ha rassicurato un po’ tutti attraverso un comunicato. Riportiamo alcuni passi salienti:

Negli ultimi giorni si è diffuso, per l’ennesima volta, un allarmismo ingiustificato sullo stato del Vesuvio. Tale allarme deriva, a nostra conoscenza e per quanto riferito dalle persone che ci contattano, da due fonti: la prima è una ricostruzione giornalistica, sembra a firma di un ricercatore americano e che viene riportata ogni volta che si diffondono voci allarmistiche sui nostri vulcani, dei dettagli catastrofici di un’eruzione pliniana del Vesuvio; la seconda sarebbe una errata interpretazione del fatto che, essendo stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la nuova legge sui piani di emergenza Vesuvio, essa diventerà operativa entro 45 giorni. Questo fatto sarebbe stato erroneamente interpretato nel senso che ‘fra 45 giorni diventerebbe operativa (ossia inizierebbe) l’evacuazione’. Questa errata ed assurda interpretazione, che sembra stia ricorrendo sul web tramite i ‘social network’ è, ribadiamo, assolutamente falsa”.

“Nel contempo, ribadiamo ancora una volta che l’attuale stato del Vesuvio è lo stesso che persiste dal 1944 ad oggi, ossia di quiescenza. Non c’è alcuna evidenza di attività anomala che potrebbe indicare una ripresa imminente di attività; anzi, l’attuale sismicità di fondo, che è assolutamente normale su ogni vulcano ed è normalmente registrata al Vesuvio dal 1944 ad oggi, è notevolmente più bassa che nel passato“. 


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