“I Letti”
Non si sa chi ci ha predisposto a stare ore ed ore in posizione orizzontale sulla bambagia dei materassi a contare i sogni.
C’è chi dice che lo ha deciso il Creatore, c’è chi pensa che ce lo ha imposto il tram tram circadiano e c’è chi reputa che sia colpa della pigrizia.
Ad ogni modo ognuno ne occupa sempre uno.
A dire il vero c’è chi ne occupa un paio, chi in un giorno ne vive tre piazze, chi in un solo colpo ne divide mezzo.
Questo è il segreto dei letti: portano addosso il fardello delle vite.
E non è solo questione di semplici corpi, qui si tratta di puri e peccatori, di burini e di per bene, di bravi amanti e di cattivi fedeli, di sinceri e puttanieri.
Sta qui la furbizia dei letti.
Sono gli unici a non farsi leggere da nessuno, perché solo loro sanno quello che portano addosso senza rivelare al mondo (amanti compresi) se si tratta di passione, amicizia, avventura, bisogno, solitudine, trasporto o soltanto di due/tre ore di pura fisiologia umana.
È un susseguirsi di ritagli d’angoli e coperte troppo corte da dividere in due, di giochi di prestigio e di posizioni scomode da mantenere in singolo, di cuscini troppo molli da tenere in bilico e di molle troppo frenetiche per non esplodere.
Ne rimangono pochi completamente vuoti, sono quelli ove le anime basse ogni tanto si riposano prima di ripartire alla ricerca dell’amore retto, dell’amore desto, dell’amore sano, dell’amore pulito, dell’amore silente, dell’amore giusto, dell’amore grato.
Alla ricerca insomma di ciò che ipocritamente esiste solo a sprazzi.
Di ciò che i letti vorrebbero leggersi addosso da una vita.
Di ciò che i letti non smetterebbero mai di scrivere se solo si trattasse di Amore.
Di Amore Sincero.
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