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Il video-cortometraggio di Saku per "Vivo Sospesa" di Nathalie

Creato il 22 febbraio 2011 da Ludacri87

Non accade spesso che un videoclip italiano riesca a raccontare in pochi minuti, quasi fosse un cortometraggio, una storia in sè conclusa e pertinente,e, in un modo o nell'altro, ad avere una componente cinematografica, in termini di appeal e di rimandi. Il pezzo sanremese di Nathalie Giannitrapani, vincitrice della terza edizione di Xfactor, con relativo "official music video", ci permette di dare spazio ad un video-maker di rara qualità artistica, Saku (pseudonimo di Roberto Cinardi). Cinardi è una sorta di istituzione nel campo, aperto a tutte le possibile collaborazioni, non legate soltanto al mondo indie-alternativo (dai Ministri ai Linea 77, dai Lacuna Coil ai Caesar Palace), ma anche tese alla valorizzazione/diversificazione dei prodotti televisivi da talent, con produzione ad hoc, costruite con intenti soprattutto visivi, per artiste da mainstream come Alessandra Amoroso ed Emma Marrone. L'indiscussa padronanza dei mezzi tecnici e la centralità dell'idea, in ogni caso, prendendo in considerazione i diversi obiettivi, fanno si che il regista riesca a portare a casa il risultato, con continuità, sebbene con risultati molto diversi e non uniformi. D'altronde, attingendo ad un panorama musicale così diverso, è chiaro che l'omogeneità della poetica venga limitata e debba asservirsi alle esigenze dei committenti. Una sintesi di capacità visiva e di giusta attenzione alla narratività, con la attitudine nel raccontare a tutto tondo una storia, veicolando un messaggio, è rappresentata proprio da "Vivo sospesa" di Nathalie. Il video valorizza oltremodo la canzone, che acquisce un significato molto più chiaro e compensibile (indicando lo stato di "sospensione" in modo molto più drammatico e diretto rispetto a quanto avvertibile solo con testo e voce), e permettendo alla lirica di conservare un senso ambiguo, assoluto, e che, tramite l'immagine di una bambina che attraversa un mondo in guerra, citazione indiretta allo Spielberg di "Schindler's List", si apre a diverse interpretazioni legate al leit-motiv del testo. La "sospensione" diventa il luogo di formazione della scelta individuale, è l'attimo in cui si decide da che parte stare, come agire. E la presenza della bambina che si muove tra le macerie è il percorso di speranza e di morte. Speranza che la nuova generazione scelga una strada che ricusi la guerra in ogni modo, morte perchè il finale indica che una scelta è stata compiuta in passato, e le conseguenze si vedono in un fermo immagine. Ma la forza del video e della canzone è la capacità di riuscire a dare un senso diverso, a seconda dell'interprete. La costruzione scenica, nonchè l'uso di volti molto diversi, non permette una precisa contestualizzazione del conflitto, ma vede nel dramma della guerra una sorta di metafora allargabile ad ogni ambito della vita. Saku non solo porta a casa il risulato, ma riesce a dare alle splendide immagini un valore universale. Siamo lontani dalle immagine shock di "Born Free", ma si tratta comunque di un efficace video con caratteristiche cinematografiche da cortometraggio.

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