I violinisti non stanno proprio sul tetto, come nei fantasiosi dipinti di Chagall, ma affacciati alle finestre di Palazzo Reale in occasione dell’incrociarsi di due eventi culturali di grande spessore: la chiusura di “Jewish and the City” e l’inaugurazione della mostra dedicata al pittore russo.
Il violinista che suona sopra i tetti del villaggio, nell’immaginazione di Chagall, evoca la sensazione di instabilità tipica dell’esistenza ebraica, ma anche dell’esistenza umana in genere, ci racconta la ricerca di un delicato equilibrio, sempre precario.
Il violino è lo strumento principe della musica Klezmer, è la voce del ghetto, dolce e malinconica, ma anche gioiosa e saettante che accompagna tanti momenti della vita.
Mentre la piazzetta di Palazzo reale diventa buia e le voci si spengono, le finestre si illuminano ad una ad una e il canto struggente del violino invade l’aria.
E l’emozione è forte.