Il “Vittorioso” Feltri: “Questo governo è andato a puttane!” Post-Berlusconi? “Fini, da futuro numero uno, è diventato l’ambito numero due di Casini”.

Creato il 10 febbraio 2011 da Iltelevisionario

(di Alessandra Giorda) Vittorio Feltri, il direttore che negli ultimi anni ha fatto più parlare di sé, il giornalista senza peli sulla lingua, l’uomo che gira con la scorta per essere protetto da eventuali attentati, alla presentazione de Il Vittorioso al Circolo dei Lettori di Torino è stato applauditissimo. Molte le persone che si facevano fotografare insieme a Lui e che gli chiedevano la dedica sulla prima pagina del libro.

Lui, l’uomo che a vederlo di primo impatto sembra essere tutto d’un pezzo ed incute una sorta di timore, a tu per tu è l’opposto. Sembra quasi sia timido. Grande modestia, massima gentilezza, signorilità e sempre un bel sorriso che trasmette serenità.

Prima di parlare de Il Vittorioso, non posso non menzionare la lunga querelle che Feltri ha fatto sulla situazione politica attuale e sulla sua “condanna” sancita dai giornalisti. Proprio di quest’ultimo aspetto commenta: “Il processo si è svolto l’undici novembre 2010 a Roma all’Hotel Massimo D’Azeglio alla presenza di 140 giornalisti. Peggio di un tribunale staliniano! Alcuni si sono stufati e se ne sono andati, sono rimasti 120 giudici. L’ordine professionale dei giornalisti si vanta di avere un codice deontologico; parolone che riempie la bocca, ma non significa nulla. Pensate che in Corte d’Assise ci sono 6 giudici (2 togati e 4 popolari) ed io ne avevo ben 120! La sanzione di primo grado è stata di sei mesi, addirittura il Procuratore Generale di Milano, ha detto di non esagerare, tanto è solo un pirla”.

Riguardo alla situazione politica Feltri ha dato il meglio di sé sostenendo che: “Questo governo è andato a puttane! Nella Costituzione c’è scritto che la sovranità è del popolo ed è giusto interpellarlo. Tuttavia non si va al voto perché danneggerebbe l’economia. Che democrazia è? Chi ha detto che Berlusconi deve andarsene? Più che un Governo tecnico sembra esserci un Tecnico (riferimento al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti) al Governo”.

A proposito del Presidente del Consiglio ha esordito sottolineando e, prendendo in giro, le presunte prestazioni sessuali ribadendo che:  “Mi complimento con Berlusconi che riesce a farsene 5 in una sera. Certo che deve essere molto impegnato. Cosa  possono dire gli altri Capi di Stato del Mondo, che gli Italiani mandano via Berlusconi perché scopa più di noi? In più si attornia di amici giovincelli come il Direttore del Tg4 Emilio Fede, che a giugno compie ottanta anni, ed il giovanissimo manager delle dive, Lele Mora. Dacci tu che ci do io. Che fenomeni! Dopo tanto lavoro durante il giorno, alla sera un bunga bunga dopo l’altro”.

Essendo Feltri amico da anni di Silvio Berlusconi, conosce anche quei retroscena che spesso non vengono resi noti.  Svela infatti che il Presidente del Consiglio è stato colpito, in passato, da un cancro alla prostata e che ha subito un intervento chirurgico dove è stato asportato l’organo malato, necessario per le prestazioni sessuali. A tal proposito commenta: “Posso assicurare che la mia prostata, fino ad ora, gode di ottima salute ed ho gli esami da mostrare, in più ho circa sette anni in meno di Silvio, ma cinque in una sera? Se va bene le mie prestazioni sessuali sono cinque all’anno! Cari signori il trio Berlusconi, Fede e Mora sono dei fenomeni da studiare. Inoltre è indegno che si debbano mettere in piazza aspetti che dovrebbero essere privatissimi, ognuno sotto le lenzuola fa quello che vuole! Come me. Tanto faccio nulla: dormo. Tutta la montatura creata dalla Sinistra per screditare il Governo Berlusconi ha dell’incredibile e si ridicolizza di fronte a tutto il mondo. Vi siete resi conto come la sinistra sia diventata bigotta? Negli anni Sessanta predicava l’amore libero, la famiglia allargata e la Bonino faceva la campagna pro aborto, adesso si scandalizzano tutti e sono iper puritani; ma l’amore libero che ostentavano dov’è finito?”.

Riguardo ai personaggi politici più discussi del momento sostiene: “Bersani, bell’elemento. Ha un linguaggio rurale e quando parla non si capisce nulla infatti a fine discorso chiede: Avete capito? riferendosi alla folla che lo ascolta, perché lui non ha capito casa ha detto, figuriamoci gli altri! Casini al mattino si sveglia e pensa oggi dove da che parte sto, con chi mi alleo. Boh vedremo. Berlusconi, non posso sostenere che mi piaccia tanto, ma dato che gli altri personaggi mi fanno schifo, voto Silvio. Non posso cambiare bandiera perché non l’ho. Scusate chi altro posso votare, Nichi Vendola? O per caso Fini?”.

A proposito del Presidente della Camera, Feltri apre una parentesi sul caso Tulliani, con aria divertita e tono sarcastico esordisce: “Lo sapete che la Tulliani è una donna che si innamora profondamente degli uomini con cui instaura una relazione? Infatti ha provato importanti sentimenti per Gaucci che, caso stranissimo, quando l’imprenditore ha finito i soldi, lei ha esaurito l’amore per lui, ma ha fatto in modo di gestirgli delle proprietà ricapitalizzando in maniera esorbitante il valore in pochissimo tempo. Ragionando, sostengo che questo Governo non funziona, perché con una così capace, cosa continuiamo a tenerci Tremonti. Mandiamolo a casa e nuovo super ministro dell’Economia sarà la Tulliani! Disperata e sofferente per non amare più Gaucci, la sfortuna vuole che perda la testa per l’allora numero due in Italia, Gianfranco Fini. Lei è una donna che guarda ai sentimenti, non ai conti in banca e posizione sociale; no, scherziamo! Ha solo la fortuna di aprire, per caso, il suo cuore a certi uomini; che volete sarà destino. Il genio della finanza, che ci invidia tutto il mondo, ha la capacità di moltiplicare i pani ed i pesci anche con Fini. Infatti la casa di Montecarlo sarà di un’omonima, lei donna di sani principi non centra nulla! Cosa dire di Fini? Parlare di ‘mente’ mi sembra esagerato. Bisogna ammettere che ha fatto un  ‘carrierone’, da essere il numero due in Italia e probabilissimo futuro numero uno, appena Berlusconi avesse lasciato l’incarico attuale, è diventato l’ambitissimo numero due di Casini. Che genio! Tra la Tulliani e Fini, due cervelloni che il Mondo ci invidia”.

Il Vittorioso, libro di grandissimo successo, scritto dall’editorialista de Il Giornale Stefano Lorenzetto, appena messo in vendita è andato a ruba. Feltri si svela tra pubblico e privato. Molti sono i passi toccanti in questo libro, che pochissimi conoscono del vero Feltri. Ad esempio il capitolo dove si cita la disponibilità ed il buon cuore nell’ospitare la grande scrittrice Oriana Fallaci, ormai ammalata di cancro senza speranza di guarigione, quando si reca a Milano per motivi di lavoro, non volendo andare in albergo per non farsi vedere così malata, Feltri le lascia a disposizione il suo appartamento di piazza Duse e lui si trasferisce in una mansarda nel medesimo palazzo. Per il suo ultimo compleanno il 29 giugno 2006, le porta una bottiglia di Dom Perignon ghiacciato e non riconosce più casa sua perché lei l’aveva trasformata. Senza contare qualche buco qua e là (divano, tende), poiché spegneva i mozziconi di sigarette. Nonostante il cancro al polmone ha sempre fumato moltissimo. “Entrai in punta di piedi, mi pareva di disturbare. Due mesi e mezzo quel brindisi era già morta”.

La Fallaci ha trascorso gli ultimi giorni della sua vita a Firenze. Lei prima di chiudere gli occhi, ha consegnato a Monsignor Fisichella un bicchiere ed un cucchiaino, pregandolo di restituirli al proprietario, che aveva sottratto dalla casa di Feltri quando è rientrata nella capitale toscana, per prendere durante il viaggio le medicine, poichè non voleva cha da defunta fosse definita una ladra.

Di grande intensità è la descrizione del sogno dove gli appare Oriana Fallaci che lo chiama, sente la voce provenire dalla destra del suo letto, lui dorme alla sinistra, si sveglia, è spaventato, ma sente la sua presenza lì. Le impone di andarsene, ammette di avere paura, ma non riesce a calmarsi e solo dopo 20 gocce di En (un ansiolitico), riuscirà a trovare un po’ di tranquillità.

Molti sono i passi del vissuto del grande giornalista che si annoverano ne Il Vittorioso: simpatico l’aneddoto di quando scrisse un pezzo sull’avventura di Vittorio Emanuele di Savoia, in vacanza all’isola di Cavallo, in Corsica, che si mise a sparare con una carabina e ferì Dirk Geerd Hamer, studente tedesco diciannovenne, che morì a dicembre dopo una lunga agonia. Cosa successe a Feltri in seguito è tutto da leggere nel capitolo intitolato “Nel tempio del giornalismo. Splendori e miserie di Via Solferino 38”.

Toio, soprannome di Vittorio, con il quale è stato chiamato fino a 20 anni, ha avuto un’infanzia ed una giovinezza non del tutto serena. A 7 anni rimane orfano di padre, profonda e piena di sentimento è la descrizione che fa dell’ultimo saluto e bacio dato da suo padre mezz’ora prima che spirasse. La mancanza della presenza della madre, che causa il funesto evento, dovette lavorare tornando tardi la sera. “Ricordo la sofferenza tremenda di quelle lunghe attese. A ogni scampanellata che risuonava nel palazzo dove abitavo correvo ai vetri appannati della finestra per vedere chi stesse entrando. Ma lei non tornava mai”.

A 22 anni, sposa Maria Luisa perché rimasta incinta e nascono due gemelline. Due anni dopo muore la moglie per conseguenze da parto. Capisce che le bambine erano piccole ed avevano bisogno di una madre e si risposa con Enoe Bonfanti, dalla quale ha altri due figli ed ancora stanno insieme.

Di questo secondo matrimonio, svela che nessuno sapeva che aveva deciso di risposarsi, nemmeno la madre. Alla mattina del matrimonio, deve avvisarla e le disse che voleva portarla in un paesino vicino a Bergamo, lei chiese il motivo, lui rispose “Andiamo a fare un giro”. Lei dissentì poiché quel posto non le piaceva. Vittorio a quel punto confessò la verità e la madre si recò al lieto evento sbalordita.

Da traversie dolorose, a momenti simpatici e frivoli, come il vergognarsi di Feltri, ad andare ad acquistare i preservativi in farmacia. Molti sono i momenti dove ripercorre la carriera, a 19 anni, esordisce nel giornalismo, collaborando con L’Eco di Bergamo e poi la sua lunga ascesa ai circolo ristrettissimo dei grandi giornalisti.

Un libro tutto da leggere, con linguaggio scorrevole, sul quale ridere, ma anche riflettere, che mette in evidenza come spesso le persone non sono solo come appaiono, ma scavando affiorano sentimenti, paure, gioie di un vissuto. Anche il giornalista più discusso del momento è un uomo.



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