IL VOLO SEGRETO DELLE AQUILE di G. Caprara

Creato il 02 giugno 2015 da Conflittiestrategie

Il controllo delle attività militari, sono oggetto di appassionati e giornalisti di settore. Il monitoraggio avviene tramite apparati radio sintonizzati sulle frequenze in uso dai militari stessi, internet e cannocchiali di grandi dimensioni. Per questo motivo, quando aeromobili, navi o soldati si muovono, questi appassionati sono in grado di seguirne i movimenti, anche se ovviamente, in modo non completo.

Lunedi 25 maggio, sono stati osservati quattro F-15E Strike Eagle decollare dalla base inglese di Lakenheath. La curiosità degli appassionati appostati ai bordi dell’aeroporto è stata stimolata dall’armamento, infatti i velivoli erano dotati non solo dai missili aria-aria AIM-9M ed AIM-120, ma agganciati ai piloni sub-alari, vi erano le bombe a guida laser JDAM, usate per bersagliare postazioni terrestri. Per questo motivo hanno iniziato il monitoraggio della missione. La prima scoperta è stata il callsign del gruppo: Able 1, 2, 3, 4. Precedentemente, erano stati osservati cinque aerei cisterna KC-135 decollare dalla base Mildenhall, sempre in Inghilterra, il cui segnale di chiamata era: Quid 91, 92, 93, 94, 95.

In prossimità dello spazio aereo britannico, Able 3 e 4, hanno lasciato la formazione per rientrare alla base. Al momento dell’atterraggio il loro armamento era intatto. Questa è una tattica in uso quando la missione da compiere è complessa, e gli obiettivi sono ad alto valore. Ciò consente di aumentarne le possibilità di successo: infatti, laddove un velivolo dovesse accusare un problema di qualsiasi natura che lo costringerebbe al rientro, sarebbe sostituito da uno di quelli di scorta.

I caccia, dopo aver mantenuto rotta verso sud, hanno virato verso est, mentre a sud di Malta stazionavano i tanker in attesa in orbita circolare, ma con il passare del tempo, uno ad uno sono rientrati a Mildenhall, tranne Quid 94 e Quid 95 che sono rimasti in zona.

Le due formazioni si sono unite ai confini dello spazio aereo maltese, quando Quid 95 ha comunicato: “Ho due pulcini al seguito” in risposta ai controllori di volo che gli chiedevano la posizione dei caccia. Immediatamente dopo, fu ascoltato il check del pilota del KC-135 verso uno dei due Able, ma non venne intercettata nessuna risposta, questo perché gli F-15 trasmettevano sulla frequenza UHF anziché la VHF.

L’ultimo contatto radar, dava il gruppo in volo verso sud. La missione era entrata nella sua fase più delicata, ma su di essa vi è la più assoluta segretezza.

Tutti i velivoli, 12 ore dopo, sono stati visti rientrare alle loro basi. Gli F-15 non hanno però effettuato il taxi verso l’area dove vengono disarmati, come di consueto, ma direttamente negli shelter. Questo presuppone che abbiano impiegato tutto il carico bellico.

Di fatto è solo ipotizzabile quale sia stato lo scopo di questa missione, ma si potrebbe risalire al bersaglio dall’armamento di cui erano dotati: le GBU sono impiegate principalmente per attaccare postazioni fisse fortificate, e sono guidate dal laser montato sul POD del velivolo ed incrociato con i dati GPS. Gli F-15E basati a Lakenheat, i più aggiornati dell’Aeronautica statunitense, sono abilitati al trasporto delle Small Diameter Bombs ed altri sistemi d’arma avanzati, pertanto non vengono impiegati in missioni di supporto aereo, ma solo in azioni di bombardamento. La missione viene pianificata in base a queste peculiarità, le quali consentono la distruzione degli obiettivi con un solo passaggio del velivolo, diminuendo notevolmente i rischi ai piloti. Sono pertanto ottime macchine per assolvere ad operazioni coperte e critiche. Probabilmente il sito bersaglio non era molto protetto, questo perché gli F-15 non erano stati anticipati da velivoli in configurazione Wild Weasel per missioni SEAD. Sicuramente non si trattava di scramble, in quanto non sono gli aeromobili più adatti ed il carico bellico ne era la più lampante testimonianza, e sempre per questo motivo, non poteva essere un normale pattugliamento. Dunque permangono due possibilità: la prima è il bombardamento di postazioni fisse; la seconda è la copertura aerea ad unità terrestri impiegate in un ambiente ad alta conflittualità. Per quanto riguarda il luogo bersaglio, è stato sicuramente nel Nord Africa, ma stabilirne l’esattezza è impossibile. Non ci sono stati report riguardo la distruzione di siti nell’area dove avrebbero operato i velivoli, e questo potrebbe anche suggerire la terza ipotesi e cioè che si sia trattato di un atto dimostrativo, ossia che l’USAF ha voluto dimostrare di poter raggiungere e colpire qualsiasi bersaglio.

Naturalmente, il 48° Fighter Wing di Lakenheat non conferma nessuna ipotesi.

Giovanni Caprara

Fonte:

Foxtrot Alpha


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