Copertina di Banipal, n.40/2011 dedicata alla nuova narrativa libica
Alzi la mano chi sa elencare almeno 5 autori libici. Ci siete riusciti? Mabrouk a voi, perchè io non saprei che menzionarne un paio o poco più: lo scrittore Hisham Matar, residente a Londra e tradotto in italiano per Einaudi (Anatomia di una scomparsa, 2011; Nessuno al mondo, 2008); il poeta Khaled Mattawa, che vive negli Stati Uniti ed è anche un traduttore letterario molto rinomato e Mohammed al-Asfar, di cui ho parlato qui.
Mi consolo dicendomi che, forse, non è interamente colpa mia: la letteratura libica è davvero poco conosciuta al pubblico occidentale, e non solo: è una letteratura dimenticata anche dal resto del mondo arabo. Ma forse, qualcosa sta cambiando grazie al lavoro di nuovi traduttori e alle opere e all’attivismo di una nuova generazioni di giovani autori, un esponente dei quali è il giovanissimo Mohammed Mesrati.
Mohammed Mesrati a Londra, 2012 (credits @The tanjara)
A soli 22 anni Mesrati è già un noto blogger, attivista e scrittore. Scrive dall’età di 12 anni e da allora non ha mai smesso. Le cronache raccontano che a 16 anni il Mohammed adolescente inviò un suo racconto breve in foma anonima al direttore di Banipal, rivista letteraria dedicata alla letteratura araba contemporanea, Samuel Shimon. Questi lo lesse e ne fu entusiasta e promise al giovane talento che lo avrebbe pubblicato su Kikah.com. Quando Mesrati gli inviò una sua foto in cui compariva il visetto di un adolescente di 16 anni, per il direttore di Banipal fu un bel colpo.
Mesrati è nato in Libia, a Tripoli, nel 1990: un padre attore e drammaturgo, una madre musicista e giornalista, la sua famiglia fu costretta a fuggire dalla morsa del regime di Gheddafi nel 2005, e Mohammed approdò come richiedente asilo nell’isola britannica, dove insieme ai suoi andò a stabilirsi a Manchester. Oggi studia scrittura creativa al London University’s Birkbeck College, lavora come giornalista free-lance e ha un impiego part-time in una libreria. Sta scrivendo un romanzo in arabo, Mama Pizza, che contemporaneamente è in corso di traduzione in inglese (un estratto è apparso su Banipal, n. 40, dedicato alla narrativa libica) e ha pubblicato e scritto diversi racconti brevi, fra cui Bayou&Leila, che l’anno prossimo comparirà nell’antologia “Writing Revolution: the Voices from Tunis to Damascus” (I B Taurus).
In Bayou&Leila il giovane scrittore ripercorre la sua infanzia in Libia, la scuola, i compagni di classe, gli amici e il dolore per la loro perdita durante l’insurrezione dello scorso anno.
In Mama Pizza invece, protagonista è la comunità libica residente nel nord dell’Inghilterra e i lavoratori libici di un fast food che consegna pizze a domicilio, alle prese con stereotipi e razzismi, gli stessi subiti dal giovane Mohammed a scuola, appena arrivato dalla Libia. Il romanzo, raccontato dal punto di vista di un lavoratore libico 18enne, racconta la vita in Inghilterra dei rifugiati libici e arabi che tentano nonostante tutto, di condurre un’esistenza normale, lontano dalla loro amata patria.
Dal 2011 ad oggi Mohammed Mesrati ha anche commentato per diversi giornali e televisioni britanniche lo svolgersi della rivoluzione libica e la caduta di Gheddafi, verso cui non ha mai nascosto la sua fortissima antipatia, e ha curato un programma culturale in podcast insieme a Ghazi Gheblawi.
Una curiosità: Mama Pizza è scritto in arabo classico misto al dialetto siriano, algerino e libico-tripolino, e quest’ultimo a sua volta è un mix di arabo e italiano!
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Per saperne di più:
Il blog di Mohamed Mesrati “Marciapiedi”
Twitter @MohamedMesrati
Intervista con Susannah Tarbush aka the Tanjara (ottobre 2011)
* ho preso in prestito il titolo dal titolo dato ad una tavola rotonda sulla letteratura della Libia tenutasi durante la London Book Fair del 2011