Il voto brasiliano e i programmi sociali dell’era Lula-Dilma

Creato il 23 ottobre 2014 da Geopoliticarivista @GeopoliticaR

Il 16 ottobre la rivista britannica The Economist dedicò la sua prima pagina alla sfida alle presidenziali in Brasile. In vista del secondo turno fissato per il 26 ottobre, l’articolo “Why Brazil needs change” (“Perché serve un cambiamento al Brasile”) afferma la necessità del paese di interrompere l’Era Lula- Dilma iniziata nel 2002. Secondo l’editoriale, la vittoria del candidato dell’opposizione Aécio Neves del PSDB (partito di centro-destra brasiliano) potrebbe essere di vitale importanza al futuro del paese latino americano. Inoltre, il sostegno della leader socialista e ambientalista Marina Silva ottenuto la settimana scorsa, dovrebbe avere un peso decisivo in questa finale. Il candidato avrebbe attualmente il 48% delle intenzioni di voto contro il 52% della sua avversaria (dati riportati dal Datafolha* il 20 ottobre).

Secondo quanto viene riportato, il Brasile sta affrontando un periodo di stagnazione risultante della cattiva gestione del governo Dilma. I risultati, afferma l’articolo, riguardo le politiche di ausilio sociale sono concreti, ma insufficienti di fronte alle fratture create nei diversi settori privati ed economici (come, ad esempio, la crisi della Petrobrás e dell’etanolo). L’elezione di Neves, spiega, assicurerebbe una ripresa della crescita economica nel Paese oltre che un governo migliore sia per i più poveri sia per quelli più ricchi.

Eppure, nella realtà “brasileira”, progetti come il “Bolsa Família”** e “Minha casa, minha vida”***, sviluppati per la popolazione più povera, divengono un fattore di sostanziale importanza durante la campagna elettorale. Come riportato nella figura, gli Stati in cui almeno il 25% della popolazione riceve il Bolsa Família hanno votato a maggioranza il partito dei lavoratori PT di Dilma Rousseff (colore rosso), salvo rare eccezioni.

Una delle più grandi difficoltà del candidato Neves sta nel fatto di essere identificato come un rappresentante dell’élite benestante, spiega Marina Silva. Ma il candidato del PSDB assicura: “Nel nostro governo, il Programma Bolsa Família non solo sarà mantenuto ma migliorato!”. Nel corso della sua amministrazione tra il 2003-2010 in Minas Gerais, Aécio Neves si distinse per la sua competenza gestionale in quanto governatore. Motivo per cui il candidato ha recentemente criticato l’ultimo progetto sociale nel settore della sanità, messo in atto dal governo Dilma: il “Mais Médicos” (“Più medici”). Tale programma fu creato nel giugno del 2013, in collaborazione con Cuba, e consiste nell’invio delle zone più disagiate di circa 15 mila medici, perlopiù cubani. Secondo il candidato del PSDB, “il Mais Médicos è un mito e rappresenta uno spreco di risorse finanziarie: importare 15 mila medici afferma, comporterà degli investimenti per la loro permanenza e istruzione insostenibili a lungo andare, oltre a essere una mancanza di rispetto nei confronti dei nostri professionisti competenti”.

Durante il primo turno, a Minas Gerais la candidata Roussef ha avuto il 43,48% dei voti validi espressi, Neves il 39,75% e la candidata Marina Silva il 13,00%. In vista del voto decisivo, osservatori più esperti esaminano attentamente il verdetto dello Stato di Minas Gerais. Nello scenario storico brasiliano, questa particolare area ha costantemente rispecchiato le preferenze elettorali a livello nazionale indicando il vincitore e futuro Presidente della Repubblica.