La cosa più ingannevole è credere che i vuoti giuridici siano solo portatori di guasti nel vivere civile, naturalmente questo non è detto, e credo che ogni certezza in questo senso sia sintomo di un pregiudizio che è bene perlomeno sfumare nella convizione che a volte l'imperfezione apra le porte a concezioni civilmente avanzate. Contrariamente a quanto si crede, e non di rado, nelle pieghe di una smemoratezza, in un' imperfezione giuridica, in una dimenticanza di legge o in una sua indeterminatezza si insinua una provocazione che traccia un percorso di civiltà. Questa provocazione venne evidenziata all'inizio del secolo scorso dall'insigne antropologa e pedagoga Maria Montessori quando ravvisò nelle grinze di una legge imperfetta la possibilità per le donne di richiedere il diritto a votare. Ravvisare e proporre il voto alle donne era una somma provocazione in un paese nel quale,ricordo che siamo nel 1906, votava circa l'otto per cento della popolazione, sostanzialmente i nobili, i ceti borghesi e gli intellettuali, mentre tutta l'Italia era sprofondata nella palude dell'analfabetismo. In un clima di insipienza totale, le donne per quanto potessero essere minimamente acculturate stavano ancora peggio dell'ultimo degli uomini, senza alcun dubbio considerate dal punto di vista politico incapaci di intendere e di volere, se è vero che anche Giolitti,presidente del consiglio in quegli anni, considerò la vicenda non degna di nota, per non parlare del Papa che aborriva il voto alle donne come la peste, e avrebbe preferito che il diavolo entrasse in canonica piuttosto che una donna nel seggio elettorale.
La cosa più ingannevole è credere che i vuoti giuridici siano solo portatori di guasti nel vivere civile, naturalmente questo non è detto, e credo che ogni certezza in questo senso sia sintomo di un pregiudizio che è bene perlomeno sfumare nella convizione che a volte l'imperfezione apra le porte a concezioni civilmente avanzate. Contrariamente a quanto si crede, e non di rado, nelle pieghe di una smemoratezza, in un' imperfezione giuridica, in una dimenticanza di legge o in una sua indeterminatezza si insinua una provocazione che traccia un percorso di civiltà. Questa provocazione venne evidenziata all'inizio del secolo scorso dall'insigne antropologa e pedagoga Maria Montessori quando ravvisò nelle grinze di una legge imperfetta la possibilità per le donne di richiedere il diritto a votare. Ravvisare e proporre il voto alle donne era una somma provocazione in un paese nel quale,ricordo che siamo nel 1906, votava circa l'otto per cento della popolazione, sostanzialmente i nobili, i ceti borghesi e gli intellettuali, mentre tutta l'Italia era sprofondata nella palude dell'analfabetismo. In un clima di insipienza totale, le donne per quanto potessero essere minimamente acculturate stavano ancora peggio dell'ultimo degli uomini, senza alcun dubbio considerate dal punto di vista politico incapaci di intendere e di volere, se è vero che anche Giolitti,presidente del consiglio in quegli anni, considerò la vicenda non degna di nota, per non parlare del Papa che aborriva il voto alle donne come la peste, e avrebbe preferito che il diavolo entrasse in canonica piuttosto che una donna nel seggio elettorale.
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