… è la maledizione dell’oceano d’occidente
che corre da quando è nato
fin quando siamo nati e (s)corriamo
cataloghi a pagine di vene minori
città irregolari, folle eterne
(da Il ritrovo dei luoghi è grande,
di Meth Sambiase per DIWALI- Rivista Contaminata
Su tutto “il pieno”, il riempire, il fare e lo strafare, il rumore assordante, le pulsazioni compulse dell’attività fine a se stessa, le catalogazione microscopica e macroscopica di ogni pensiero umano, il “pieno” come un confortante barocco positivista del vivere. Al suo opposto ”il vuoto”, il nemico avverso del rumore, il silenzio di cui è fatta la sostanza stessa della Natura”…esiste, infatti, il vuoto nelle cose, / e conoscere ciò, in molte cose ti sarà utile…Il vuoto è dunque luogo intangibile, privo di cose.” (De Rerum natura Libro I – vv. 329-334), l’anima che si ferma per pensare, la mente che annulla ogni spazio intorno per concentrasi, lo spazio bianco dell’Oriente immobile, il lago fermo su cui rispecchia il cielo, la neve che cade dappertutto. La paura della morte è il vuoto da riempire con tutto il pieno possibile: eccolo lo spavento del vuoto.
Chiara Chianese
Ed il vuoto è il protagonista del terzo numero di DIWALI – RIVISTA CONTAMINATA , rivista trimestrale di Arte, Poesia e Letteratura, scaricabile on line su http://www.rivistadiwali.it. Dalla prefazione leggiamo che “Il vuoto è ciò che si ricava, quando si elimina per ricominciare, e si purificano i peccati e si assolvono i peccatori. Farsi vuoto intorno per esistere di nuovo. Vuoto come ricominciamento assoluto. E infatti, vuota è la mente che si appresta a raccogliersi, vuota la testa senza interrogazione possibile. Ma anche punto di innesco del vortice dei pensieri” e l’indagine sul vuoto si svolge attraverso spunti critici ed artistici che attraversano arte visiva, saggistica e poesia. Fitto il numero di artisti che hanno partecipato alla riflessione, l’elenco lo trovate sul sito ma soprattutto lo leggerete sulla rivista. Buona lettura.