Ilaria Argiolas , Saluto : singolo ed intervista alla giovane cantautrice romana

Creato il 06 febbraio 2014 da Allmusicnews @allmusicnews3

Ilaria Argiolas è una giovane cantautrice Romana con origini sarde, eclettica e travolgente che riesce a conquistare con la sua voce e la sua musica regalando moltissime emozioni, una ragazza che nonostante le mille difficoltà si è sempre data da fare raggiungendo sempre i suoi obbiettivi nonostante questi sembrassero irrealizzabili.

Nel 2009 si diploma in tecniche internazionali  di canto all’ accademia della musica e dello spettacolo di Napoli mentre nel 2011  l’incontro con Pier Paolo Palumbo editore e produttore del suo primo singolo “Prendimi le mani” le da la  possibilità di firmare nel gennaio 2012 il contratto con la Kafer Records di Marco Adami collaborando anche con grandi musicisti di livello e fama internazionale, come il batterista Enzio Zaccagnini, il percussionista Giovanni Imparato, il bassista Luca Pirozzi, Bob Masala e il chitarrista Fabio Mariani.

Ecco qui potete ascoltare Saluto il suo ultimo singolo :

Oltre alle tue innumerevoli passioni  il disegno , la poesia e la pittura sin da tenera èta grazie a tuo fratello Andrea hai coltivando una grande amore per la musica incominciando all’ eta di 6 anni a  cantare sulle note di Battisti e De Gregori . Cosa ti ha affascinato di più nella musica di questi due grandi autori della musica italiana ?

Le Parole, il contenuto delle canzoni, il significato, e inizialmente, devo essere sincera “la semplicità” del giro di accordi ripetuto”, questo mi impressionava… rimanevo affascinata da come poteva un semplice giro di accordi riuscire a dare emozioni così diverse!
La cosa che mi colpiva di queste canzoni era l’impatto che le mie interpretazioni davano alla gente “se pure ero una bambina di nemmeno 10 anni”!

Grazie ai molti sacrifici della tua famiglia all’ età di sette anni incominci a studiare chitarra esibendoti anche in locali, piazze e partecipando a numerosi concorsi . In che maniera i tuoi genitori ti sono stati vicini , quanto ti hanno aiutato a coltivare questa tua passione?

Su questo posso raccontarvi un aneddoto divertente !Ho iniziato a suonare che neanche me ne sono resa conto e vedevo mio padre come l’uomo più critico e severo, esaminava ogni canzone che timidamente cercavo di interpretare, lo scoprivo spiarmi da dietro la porta e la maggior parte delle volte mi faceva pesare che non sapevo suonare bene, che il tempo nel cambio degli accordi era troppo lento rispetto alla canzone che suonavo, che ero stonata e per giunta troppo convinta di me. Però poi, puntualmente ogni volta che mi sedevo in salone e cantavo per loro lo vedevo piangere come un bambino indifeso… Col passare degli anni ho scoperto che quel pianto era l’emozione che involontariamente sapevo regalargli!

Crescendo ti avvicini sempre di più alla musica cantautoriale italiana , uno dei tuoi punti di riferimento di questo genere diventa Fabrizio De Andre definito da molti anche un poeta . In che modo lo stile musicale  di questa artista ha influito sulla tua formazione artistica ?

Prima vi ho spiegato cos’è che mi attraeva della musica di De Gregori e se parliamo di testi musicali non potevo che innamorarmi del Poeta Maledetto! Da piccola ero un po’ chiusa e non avevo molti amici, per assurdo la musica mi aiutava a sentirmi meno sola… So’ che adesso mi prenderete per matta ma proprio la musica e questi testi così reali mi hanno aiutata ad aprirmi scrivendo e comunicando il mio stato d’animo tramite le canzoni, ha inciso molto sulla mia formazione in questo modo! Mi piaceva così tanto questa musica perché era controcorrente rispetto a quella dei miei coetanei, volevo essere diversa da loro, mi piaceva l’idea di andare in antipatia anche se questo mi faceva soffrire!

Nel 2009 ti diplomi in tecniche internazionali di canto nell’accademia della musica e dello spettacolo di Napoli mentre nel 2011 grazie  all’incontro con Pier Paolo Palumbo, editore e produttore del tuo primo singolo “Prendimi le mani” riesci a firmare un contratto discografico con la Kafer Records di Marco Adami.
Quali sono le persone che ti hanno aiutato di più nel tuo percorso artistico e che magari vorresti ringraziare ?

Appena ho letto questa domanda, e poi l’ho riletta, mi è venuto in mente quello che proprio quel giorno ho pensato, e cioè che per la prima volta mi sento di ringraziare Ilaria Argiolas!Il giorno che ho incontrato Pier Paolo Palumbo ero praticamente scappata da lavoro, per andare a suonare come ospite al Battello Paolus, sotto il Tevere, vicino l’Arapacis, non ero nemmeno sicura di voler andare a suonare, ma alla fine ho lasciato il lavoro e sono andata lì da sola.

Quando lui si è avvicinato e si è presentato mi sono fatta forza, abbiamo iniziato a parlare e mi sono sentita una donna matura e coraggiosa come mai mi era successo prima.Un altro momento del quale debbo ringraziare ancora Ilaria Argiolasè stato quando Pier Parolo Palumo mi ha fatto conoscere il Folle “mi piace chiamarlo così, Marco Adami”, anche quel giorno ero sola, sono andata nel suo studio, mi sono fatta coraggio, entrambi mi sembravano così grandi e così importanti ed è il caso di dirlo che lì “ O Palla O Piede”!

Per non parlare poi della costruzione  di tutto l’EP… Ci vogliono tantissimi soldi per realizzare un EP, senza vantarmi, se volete le cifre ve le darò ma rimane il fatto che prima di permettermi una cosa del genere ho lavorato praticamente 16 ore al giorno! E ho pagato tutto con tutto quello che riuscivo a guadagnare!Mi facevo ogni volta 50 km per andare a registrare le canzoni, ora non voglio vantarmi di chissà cosa ho fatto per arrivare fino ad oggi, sicuramente ci saranno storie più emozionanti della mia, rimane il fatto è che questa è la verità e che per la prima volta sono proprio contenta di aver comperato la mia fiducia!

Vorrei sottolineare che non è una questione di freddezza come negli anni mi è sempre stata criticata da molte persone, da amici e persone varie vicino a me, proprio questa freddezza mi ha portato a realizzare quello che non credevo potesse essere nemmeno il mio sogno, per me era così irraggiungibile che non avrei mai immaginato di fare un video clip di quella portata (Prendimi Le Mani ) e addirittura poi di fare l’EP….

E quindi, chiamatela freddezza, egoismo però con tutta l’umiltà che posso avere e che mi hanno insegnato i miei genitori io voglio ringraziare la forza e la costanza che ho avuto per pagare e ritrovarmi quello che oggi mi ritrovo e avere come ripago anche questa piacevole e breve intervista che voi mi avete dedicato!

Saluto  è il nome del tuo ultimo singolo , un brano che in un certo senso parla anche della situazione e dei  problemi che molta gente sta vivendo in questo periodo di crisi . Pensi che con l’ aiuto della musica si possano aiutare anche a sensibilizzar le molte persone ad affrontare  i problemi  che questo paese sta affrontando ?

Allora…. La sensibilizzazione delle persone credo sia un fattore davvero improponibile, sono convinta che alle persone si possa comunicare qualcosa, un pensiero, una realtà…“Sensibilizzazione” è diventata una parola in “saldo”, usata molto dalle grandi aziende o agenzie di volontariato (sensibilizziamo la gente a questo; sensibilizziamo la gente a quest’altro) a forza di usare questa parola la gente invece di venire sensibilizzata si incattivisce, quindi non credo molto nella sensibilizzazione della gente forse perché i tempi sono un po’ cambiati, bisognerebbe utilizzare un altro modo, non so precisamente in che modo, non sono molto efficace sotto questo punto di vista però scrivere canzoni come “Saluto” è un modo ironico per comunicare una realtà che esiste, che è presente, e che è comprensibile a tutti… logicamente non voglio vantarmi di una canzone che ho scritto ma credo semplicemente che parlare di realtà, con un po’ di ironia, sia più efficace della sensibilizzazione sulla gente con frasi fatte e belle parole, anche perché, per lo meno qui in Italia, siamo gente che non ama molto le frasi fatte o le frasi di retorica e i lieti fine, quindi ripeto, non posso giurare di sapere quale sia lo strumento ideale per arrivare alle persone però ve lo potrò comunicare quando ci arriverò a comunicare con tutte queste persone, allora lì faremo un’altra intervista bellissima come questa e vi potrò dire come sono riuscita “non ha sensibilizzare la gente ma a fargli vedere a chi fa un pochino di fatica le cose come stanno”, no? Bho, io scrivo poi non lo so, mi sono dilungata troppo? Fatemi cantare che forse è meglio!

Quali sono i tuoi progetti per il futuro , quali sono gli obbiettivi che vorresti riuscire a realizzare ?

Allora, vediamo…
Cantare Gracias a la Vida con Joan Baez, chitarre in mano, fuori il cancello gigante della casa bianca… però so che questo è qualcosa di quasi irrealizzabile, ma, a parte questo, Obama a parte, fino ad adesso se sono riuscita a realizzare quello che sognavo è stato perché non lo sognavo, quindi non voglio limitare i miei sogni perché ho paura che poi possano rimanere tali…Progetti ce ne sono e sono quelli di cantare ovunque, e se serve anche fuori il portone della casa bianca, e di farmi conoscere da più persone, perché adesso siamo in due, domani saremo in tre, dopo domani saremo quattro, non avendo i mezzi a disposizione specie quelli economici perché non prendiamoci in giro “quelli servono e anche tanto” quello che posso fare è questo, augurarmi di non sognare e fare, punto.


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