Ieri ci hanno segnalato un articolo offensivo nei confronti della vittima dello stupro avvenuto qualche giorno fa a Torpignattara . L'articolo viene da il Messaggero, quotidiano online romano, scritto dal giornalista Nino Cirillo che non solo scorda ogni etica giornalistica basata sulla neutralità, sulla privacy della vittima ma denigra quest'ultima attribuendole la responsabilità di quanto accaduto.
Secondo Nino Cirillo, il giornalista che si è occupato della vicenda, la vittima se l'è cercata ed è descritta come la poco di buono e sfigata di turno. Condanne come "[...] " Altrimenti non avrebbe ingaggiato una stupida lite con l'uomo che da qualche tempo la ospitava, che l'aveva strappata a un'esistenza fin troppo randagia" , relegando la donna ad un essere inferiore che come un cane deve essere riconoscente al padrone che la possiede e la protegge anche se la tradisce spudoratamente, "Altrimenti non si sarebbe precipitata per le scale, sbattendo furiosa la porta, per andare a rimuginare su una panchina di un parco spelacchiato, all'una di notte, dove il suo carnefice l'aspettava" come dire che se l'è proprio cercata, come dire che quasi quasi voleva essere violentata e con i suoi 48 anni carichi di fallimenti[...]Tre figli avuti da due uomini ", insomma lei era una fallita, sfigata e un pò troia, quindi infondo se lo meritava...
Allo stupratore nessuna parola di condanna anzi "" Niente male, insomma, come tipo", della serie scema lei che ha rifiutato un ganzo. Il peggio poi arriva quando il signor Cirillo scrive Tira fuori dalla tasca un mucchietto di banconote fruscianti e le mostra alla donna: l'ha presa per una prostituta, vuole sesso a pagamento " che accompagnata alla descrizione della donna, descritta quasi come fosse una poco di buono e una senzatetto, suona come "poteva anche accettarli".
Noi abbiamo scritto alla redazione ma non abbiamo ricevuto nessuna risposta. Questo fatto è molto grave perchè non fa che giustificare la violenza contro le donne e sottovalutare il fenomeno, andando a creare una società dove le vittime non hanno alcun mezzo per difendersi perché nemmeno i media sono dalla loro parte e per paura di finire in prima pagina con nome e cognome o dati che rivelano la loro identità e per di piu' descritte come delle ragazze poco serie potrebbero anche scoraggiarsi e non denunciare per vergogna.
Noi non vogliamo questo, ci sentiamo offese per le parole di questo sedicente giornalista e dal giornale in primis e con un hashtag su twitter #IlMessaggerochiedascusa chiediamo al quotidiano ( pagina su twitter ) di porre a tutte le donne, in particolare la vittima e tutte quelle che hanno subito violenza, di chiedere scusa, di cambiare linguaggio e di scrivere accanto a notizie di violenza il numero verde contro la violenza sulle donne o una rubrica con tutti i recapiti dei centri antiviolenza.
Vi lascio ad un'altra prova del maschilismo de il Messaggero circa la rappresentazione delle donne:
Update: mi ha risposto con spocchia, e quel "faccio finta di non aver capito" cha abbiamo visto anche nei comportamenti dei pubblicitari in caso di pubblicità sessiste.