La copertina del libro, in una edizione del '59
Ebbene, di recente ho scovato in un giornale del '55, un romanzo semi-autobiografico ambientato in una casa di cura di minorati fisici in Svezia. Ilona Karmel, l'autrice, è un'ebrea polacca che dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, durante la quale conobbe le atrocità dei campi di concentramento, dovette entrare in un ospedale svedese per sottoporsi a delle cure, dove imparò anche la lingua inglese quasi ottimamente. Proprio da quell'esperienza nasce questo romanzo, "Stefania", dove la protagonista si ritrova a vivere un lungo periodo di degenza forzata in ospedale a causa di una grave infermità alla spina dorsale, contratta durante la Guerra. Il romanzo è scritto in terza persona, sebbene come abbiamo detto ricalchi molto la reale vita dell'autrice, e racconta lo scorrere dei giorni nella stanza che Stefania condivide con due compagne, Froken e Thura. Il carattere patetico, tristemente realistico e dunque anche amaro del libro gli deriva naturalmente dal suo essere "documento umano"...dal fatto, come dicono nei film, che è tratto da una storia vera. E tuttavia la scelta coraggiosa dell'autrice di non relegare l'ospedale solo ad essere una scenografia diversa per una trama romantica, romanzata e piacevolmente leggera. Non ci sono medici affascinanti, pazienti bellissime o infermieri appassionati; non vi troviamo neppure operazioni miracolose e guarigioni portentose. Nessuna delle tre protagoniste, infatti, vede la sua vicenda risolversi in un lieto fine; e sebbene questo possa rendere meno appetitoso il libro, per lo meno di primo impatto, sicuramente gli da un profumo di realtà ed attualità."Anche sotto l'angolo puramente letterario, esso non manca di pulizia e dignità: l'aver coraggiosamente rifiutato di medicare con gli schemi convenzionali
Ilona Karmel - in basso - con la sorella
Ho dato un'occhiata sul web, facendo qualche ricerca, ma in italiano non si hanno praticamente notizie di questo libro, o di questa autrice, se non su qualche sito di vendita di libri usati. L'ho trovato molto triste, giacché se io avessi scritto un libro ed avessi ricevuto discreto riscontro nel pubblico, mi avvilirei nel sapere che a distanza di qualche decina di anni il mio nome è già morto. Ho deciso così di condividere con voi questo estratto, ripescato nei meandri oscuri della casa di mio zio, anche se non rientra perfettamente nei confini argomentativi che abbiamo dato a questo nostro blog. Spero che apprezzerete la mia iniziativa, e che qualche casa editrice si ricordi di questa autrice, e decida di riprendere la pubblicazione delle sue opere.LINK La storia dell'autrice ( per chi conosce l'inglese ) ed un'altra pagina a lei dedicata ( sempre in inglese ) Per comprare una versione del libro ( su Ebay )