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Ilva di Taranto santa subito; inquinamento letale benedetto da Paolo VI all’inaugurazione e oggi da Monti in nome dell’euro: il rito della somministrazione autoritaria di morte non si ferma

Creato il 17 agosto 2012 da Cremonademocratica @paolozignani

Dalla benedizione delle baionette a quella dell’inquinamento cancerogeno: ma come si fa ad essere più ostili alla vita, all’umana passione per il lavoro, per l’impegno, come si può disprezzare in modo più secco Madre natura?

Taranto, la zona industriale e i fumi dell'Ilv...

Taranto, la zona industriale e i fumi dell’Ilva – di Giuseppe Carucci (Photo credit: Il Fatto Quotidiano)

Se le dittature trasparenti e ultra-violente come quella hitleriana dichiaravano il proprio odio verso i nemici e le proprie intenzioni di sterminarli fino all’ultimo, i poteri contemporanei usano un linguaggio quasi affettuoso ma non meno letale. L’inquinamento non può esistere perché danneggerebbe l’economia, che secondo l’ideologia dominante ha il diritto di distruggere tutto quel che vuole: vite umane, ambiente, animali, vegetali, tutto e di tutto. L’intervento seguente è del segretario nazionale di un piccolo partito, Democrazia Atea, che non ha grande risonanza, dato che le minoranze in questo Paese non vanno rispettate e dato che l’inquinamento è santo subito. Inoltre gli italiani devono capirlo, come lasciano intendere i massmedia di potere, che esiste una solo religione: quella cattolica purché alleata col potere di inquinare fino alla soluzione finale.

 

Da circa 20 anni lo Stato ignora i dati resi noti dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità – i quali denunciano cifre inquietanti sulle morti per cancro da inquinamento. Gli operai dell’ILVA sanno da sempre che in quegli stabilimenti il prezzo per lavorare è quello di accettare l’eventualità di una cancro, ed accettano con rassegnazione il loro destino. Una classe operaia così poco politicizzata, così ammansita, così succube e incapace di organizzarsi per difendere la propria salute e quella dei propri figli, è un autentico miracolo liberista. E quando si parla di miracoli spunta la Curia di Taranto. Quello stabilimento fu inaugurato da Paolo VI, cui fu intitolato anche un quartiere di operai che non è distante da un altro quartiere popolare, Tamburi, sorto accanto agli stabilimenti. Quei quartieri non si sono mai distinti per aver aperto sedi di partito e di organizzazioni sindacali in grado di formare una classe operaia emancipata. Quei quartieri piuttosto pullulano di oratori e di sedi di associazioni cattoliche, per intenderci quelle che fanno del volontariato la loro bandiera, un volontariato inteso ed attuato come negazione del diritto e della dignità ma anche come occasione per lavarsi le coscienze. I partiti e i sindacati sono stati assenti, non hanno investito nel promuovere campagne di sensibilizzazione e di attivismo politico. Oggi Monti su quello stabilimento si inventa un conflitto con la magistratura, colpevole di aver bloccato la somministrazione di morte. Con stile intimidatorio si mandano ispettori per indagare sull’operato del magistrato ben sapendo che, nel nostro sistema democratico la correttezza di un provvedimento giudiziario può essere esaminata da un magistrato superiore e non da un ispettore al guinzaglio del potere politico. E mentre si consuma lo scontro istituzionale, il vescovo di Taranto si è già messo in moto per cavalcare l’onda della difesa degli operai, perché una occasione di protagonismo di così estesa visibilità sarà difficile che si ripeta.

 

Carla Corsetti Segretario nazionale di Democrazia Atea www.democrazia-atea.it
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