Imbrattamenti simbolici. Il Ministero della Pubblica Istruzione tutto scarabocchiato ci fa perdere ogni speranza

Creato il 17 gennaio 2016 da Romafaschifo
In tutto l'occidente evoluto, ma anche in molte parti d'Italia, le palizzate di cantiere sono sempre di più trasformate in risorse. O perché servono a ospitare la pubblicità che paga il restauro che si svolge all'interno (questa cosa a Roma - anche perché mal gestita - viene considerata speculazione), o perché vengono utilizzati come veicolo di informazione sul cantiere stesso.

Nella nostra città ovviamente questo circolo virtuoso è inimmaginabile. E non parliamo solo dei cantieri periferici, abbandonati, non visibili, di poco appeal. Parliamo di tutti i cantieri in città. Quello che da qualche mese circonda il Ministero della Pubblica Istruzione però lo troviamo simbolico francamente! Neppure qui, neppure attorno al palazzo governativo che dovrebbe essere simbolo della formazione delle nuove generazioni si è riusciti a evitare la sciatteria, il degrado, l'illegalità, la sopraffazione, la prepotenza nazista di chi considera inimmaginabile che uno spazio pubblico possa essere ordinati, rispettato, pulito.

Sono i figli della borghesia medio piccola della città. Non sono disagiati sottoproletari. Sono i figli di quella classe sociale da generone che vive nelle case più linde d'Europa affacciate sulle strade più lerce d'Europa. Non c'è civilizzazione in occidente che faccia più schifo. Fanno schifo quasi quanto chi li tollera. Quasi quanto chi non ritiene prioritario ridipingere la palizzata di un cantiere subito dopo il primo piccolo scarabocchio in modo che la Teoria delle Finestre Rotte non si inneschi e il primo sfregio non venga seguito dagli altri. Tanto è pessstrada, chetttefrega. Basta che è pulita casa mia.

C'è di mezzo il valore sacro dello spazio pubblico. Il valore sacro delle aree comuni. Nessuno pare interessato a questo aspetto. Ne ora ne in vista delle prossime elezioni.