Vado a letto tardi.Disattivo la sveglia.Dormo.L’abitudine mi sveglia quasi al solito orario.Ma non parte la vocina della stazione radio.La sveglia è disattivata.Oggi l’immacolato mistero fa festa.
Mi rigiro nel tepore delle coperte.Mi stiro come un pigrone indolente.Mi raggomitolo come un gatto lazzarone.L’inconcepibile arcano a qualcosa di pratico torna utile.Mi abbandono elucubrando in dormiveglia.L’immacolata concezione da non confondersi con il concepimento verginale.Importante precisarlo. Mah! Sa dio!Punto i piedi alla base del letto, fuori dal materasso.Datemi un punto d’appoggio e vi stiracchierò un mondo.Stringo forti i pugni, tendo tutti i muscoli degli avambracci.Inarco la schiena sul fianco.Non ho voglia di svegliarmi.Quindi fletto, ginocchia al petto.Artiglio il cuscino, mi ci aggroviglio intorno.Come Telemaco quando combatte con la pallina da tennis sul pancino.Come Telemaco che mi fa venire sonno quando lo guardo dormire sul divano.Possibile che quella peste conosca il concetto di quiete?!Spuntano solo i capelli dal fagottone caldo della mia sindone.Chiudo fuori la veglia, ricalo la palpebra sulla penombra quasi pesta.Congratulazioni, e figli maschi. Unigeniti.E ringrazia la mamma che non ti ha dato un fratellino rompicoglioni.Non sei l’unico a portare la croce. A ognuno la sua.Sproloqui come narcotici. Soporiferi.Ora faccio ancora un po’ di fusa alla nanna.Redenzione e colazione possono attendere.Beati i dormienti, di loro sarà la fame da lupo a pranzo.Bonanotte!
K.