Immacolata e Concetta, l’altra gelosia

Da Paultemplar

Storie parallele di due donne, che finiranno per incrociare e condividere i destini delle loro vite.
La prima, Immacolata, sposata ad un uomo rozzo e madre di una ragazzina, ha una macelleria ma se la passa male. Per fronteggiare la difficile situazione economica, accetta le avance e la corte di un camorrista di piccolo taglio, Ciro Pappalardo, a cui un giorno porta una ragazzina orfana adottata da una vicina. Immacolata cerca di spingere la ragazza tra le braccia di Ciro, ma viene sorpresa proprio nel momento in cui la ragazza sta per avere un rapporto orale con l’uomo. Immacolata finisce così in prigione. Parallelamente, si svolge la vicenda di Concetta, una bracciante omosessuale, legata alla moglie di un contadino.
L’uomo affronta Concetta intimandole di porre fine alla relazione, ma la donna reagisce sparando e ferendo l’uomo ad un braccio. Anche lei finisce in prigione.

Concetta affronta il marito della sua amante

Tempo dopo vediamo Immacolata in una squallida camera di una pensione; è in attesa di Concetta, che ha conosciuto in carcere e con la quale ha intrecciato un’amicizia particolare.
Tra le donne sboccia un amore passionale, che ben presto finisce sotto gli occhi di tutti; siamo in un piccolo centro dell’entroterra napoletano e la relazione scandalosa non può certo passare inosservata.
Ma Immacolata, sfidando i pregiudizi di tutti, porta Concetta a vivere con se, allontando nel contempo il marito, forte del fatto di essere l’intestataria sia della casa in cui vive sia della macelleria.
La vicenda diventa ancor più drammatica il giorno in cui la figlia di Immacolata, in seguito ad un incidente, rimane menomata.

Marcella Michelangeli è Concetta

La donna, per far fronte alla malattia della figlia, accetta nuovamente la corte di Ciro, che le promette in cambio di intestarle una macelleria a Napoli dividendo i guadagni al 50%; ciò provoca la gelosia di Concetta, che però per qualche tempo sembra disposta a dividere la sua amante con l’uomo.
Ma Immacolata, che ama Concetta ma che ha anche una sessualtà “normale” in cui sente il bisogno di un uomo, resta incinta durante uno degli incontri con Ciro.
Concetta a questo punto, sicura che prima o poi la donna la abbandonerà, uccide a colpi di bastone Immacolata.
Film drammaticamente incentrato sul tema della diversità, ma non solo, Immacolata e Concetta l’altra gelosia affronta con coraggio tematiche scottanti, come l’amore lesbico tra le due protagoniste inserito in un ambiente apparentemente degradato, almeno a livello culturale.

Una donna che non si arrende

Le due donne protagoniste del dramma vivono in piccoli centri, quelli in cui le vite degli altri sono espsote ad una specie di effetto “lente di ingrandimento”, dove tutti i fatti, le esperienze, dove la stessa vita è controllata e giudicata dalla morale comune.
Così la relazione “scandalosa” tra le protagoniste finisce per diventare argomento di discussione; Immacolata cerca di sottrarsi a questa consuetudine portando la sua amante in casa, scacciando il marito rozzo e brutale, ma finisce per soccombere ad una sorta di nemesi che si accanisce sulla sua vita e su quella di Concetta, di per se abbastanza tribolate sia per l’umiltà dei mestieri che svolgono sia per le condizioni in cui vivono.

Primo incontro

Le due personalità delle protagoniste sembrano essere al tempo stesso complementari ma estremamente divergenti; a cominciare dalla loro diversità sessuale.
Mentre Concetta è manifestamente lesbica, tanto da aver interrotto la sua relazione precedente sparando al marito della sua amante, Immacolata scopre di essere attratta dall’amica/amante anche sessualmente, non rinunciando però alla sessualità tradizionale.
C’è un passo fondamentale del film in cui Immacolata è a letto con Concetta e le dice” quando sono a letto con te, non posso fare a meno di pensare ad un uomo, ma quando sto con un uomo penso sempre a te: è come un fuoco che comincia nello stomaco e finisce nel cervello…”
Ma tra le due la più passionale è proprio Concetta, che vive l’amore, il sesso, in maniera totale e completa; Immacolata sembra invece vivere il tutto anche in funzione della sua vita privata, fatta di un matrimonio fallito e da una maternità che le ha procurato il grande dispiacere dell’incidente occorso a quella figlia che tanto ama.
Proprio in nome di quella maternità Immacolata riallaccia la relazione con Ciro, spinta però anche dal desiderio di vivere una vita all’apparenza normale, testimoniata proprio da quella frase rivolta all’amante nel letto che condividono.

Le due amanti nell’intimità

Il film affronta questa realtà immergendola in un contesto sociale che è più deprimente che degradato; le vite al sole dei paesani, di Immacolata, di Concetta e di Ciro, della moglie di quest’ultimo e del marito di Immacolata sono vite a metà, vissute in un contesto in cui il diritto alla riservatezza, alla propria vita intesa come coacervo di tutte le libertà individuali, è annichilito dalla convenzione sociale, dal moralmente inaccettabile.
Così le due esistenze si consumano fino al drammatico e tragico epilogo, quando Concetta decide di uccidere l’amante, quasi consapevole di non poter avere, nè al presente tantomeno nel futuro, un punto fermo nella sua relazione con l’amante.
Dentro di se sa che dovrà sempre dividerla con un uomo, che sia il Ciro del momento o un altro.
Il film di Salvatore Piscitelli, che è un’opera prima, si rivela un’autentica sorpresa; principalmente perchè il regista mostra una capacità davvero rilevante di cogliere i vari aspetti della vicenda prediligendo l’aspetto umano prima che quello morboso.

Ida Di Benedetto è Immacolata

Le scene di erotismo, alcune davvero ardite, sembrano immerse però in un lago ghiacciato, quasi a voler sottolineare l’estraneamento delle due donne dal contesto che le circonda.
La stessa camera d’albergo è quanto di più squallido si pssa immaginare, ta le due donne ci sono pochissime parole, ma tanta tenerezza, quella tenerezza di cui sono affamate, che la vita ha loro negato.
La macchina d apresa indugia sui volti delle protagoniste alla ricerca delle loro anime, che ad un certo punto sembrano perse dietro sogni assolutamente irraggiungibili; eppure le due donne altro non chiedono che vivere una vita normale, assaporare un pò di tenerezza.

La relazione tra Ciro e Immacolata riprende

Il destino però ha in serbo il solito colpo di coda, crudele.
Il film è anche una grande prova delle due attrici, ovvero Ida Di Benedetto (Immacolata) e Marcella Michelangeli (Concetta); la prima interpreta alla perfezione la maschera quasi tragica di Immacolata, con piglio severo, senza nessuna concessione a cadute di tono o di tensione.

I dubbi di Concetta

La seconda è quasi straziante nei panni di un personaggio da tragedia greca; le due attrici finiscono così per integrarsi alla perfezione, raggiunta proprio nei momenti topici del film, come l’unione carnale nel loro primo incontro.
La sequenza saffica, che ripeto, non ha nulla di erotico o di morboso, è resa con stupefacente realismo.
Una grande prova, quindi, cosi come eccellente è la regia di Piscitelli.
Girato in presa diretta, il film è una testimonianza della capacità di raccontare una storia difficile senza eccedere i personalismi o in critiche più o meno velate alla società.
E’ privilegiata la realtà, la stessa che proterà le due protagoniste a dividersi definitivamente nel tragico finale.

Drammatico finale

Immacolata e Concetta, l’altra gelosia, un film di Salvatore Piscicelli. Con Ida Di Benedetto, Marcella Michelangeli, Tommaso Bianco, Lucio Allocca,Lucia Ragni
Drammatico, durata 90 min. – Italia 1980

Ida Di Benedetto     …     Immacolata
Marcella Michelangeli    …     Concetta
Tommaso Bianco    …     Ciro

Regia     Salvatore Piscicelli
Soggetto     Carla Apuzzo, Salvatore Piscicelli
Sceneggiatura     Carla Apuzzo, Salvatore Piscicelli
Fotografia     Emilio Bestetti
Montaggio     Roberto Schiavone
Musiche     Rudy Beytelman


Film di esordio del regista partenopeo Salvatore Piscicelli (che lo ha scritto con la moglie Carla Apuzzo), Immacolata e Concetta è un melodramma sull’amore lesbico, realizzato senza concessioni alle facili morali ma in modo duro e contrario al politically correct (finale compreso). Ne deriva un aumento della credibilità della storia a cui contribuisce l’ottima interpretazione di tutto il cast (composto anche da attori non professionisti).

Esordio alla regia per il napoletano Salvatore Piscicelli, autore eccentrico e ingiustamente poco noto a dispetto d’una manciata di pellicole erotiche di certo interesse. Erotico (ma con valenze sociali non indifferenti) è, infatti, anche questo film -come traspare dal titolo- che analizza l’insolita relazione tra Immacolata (Ida Di Benedetto) e Concetta (Marcella Michelangeli), sviluppata dietro una permanenza carceraria e destinata a chiudersi in tragedia. Scritto dal regista in collaborazione con la moglie (Carla Apuzzo), il film tratta con coraggio l’amore diverso in un contesto reticente.

Piscicelli affronta coraggiosamente e con serietà i temi dell’emancipazione, del lesbismo e della famiglia omosessuale in un microcosmo partenopeo dove ancora vigono non solo oppressive leggi maschiliste e patriarcali, ma anche rigide norme sul delitto d’onore e il tradimento che finiscono con il contagiare anche una delle due “diverse”. Stile scarno, quasi documentaristico con rapide incursioni ai limiti del porno ed accenni fassbinderiani (i crudeli rapporti di potere). Intense le interpretazioni delle due protagoniste.

Dramma a tinte forti, ottimamente tenuto da un regista esordiente. Lo stile delle riprese è molto naturale, e la storia viene raccontata con qualche ellisse ma tutto sommato in modo tradizionale. La Di Benedetto mi ha sinceramente colpito con un’interpretazione coi fiocchi, di quelle che si ricordano; mentre la Michelangeli (doppiata) attraversa tutto il film con l’aria di una tossica in crisi di astinenza. Notevole.

Bella storia d’amore al femminile diretta da un regista napoletano che non ha avuto nel corso degli anni il credito che meritava. Un film crudo e coraggioso, compreso il finale, che affronta tematiche inusuali e scabrose ma lo fa con grande sobrietà narrativa senza dare spazio a pruriti lascivi e gratuiti e con un rigore visivo che non presenta alcun compiacimento stilistico e che è perciò degno di nota. Davvero bravissime le due interpreti principali.

Piscicelli esordisce alla regia con questo melodramma a tinte fosche incentrato su un amore saffico ambientato nel Meridione proletario in cui si cerca un’introspezione psicologica dei personaggi. Cast egregio e narrazione torbida che non può non portare ad un finale crudo.



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