Immersi nella danza contemporanea - parte I - Shatush - Un pomeriggio alla scoperta del movimento

Creato il 02 maggio 2013 da Scatolaemozionale

Vi è mai capitato di trovarvi a fare cose che nemmeno lontanamente vi eravate immaginati di fare?Vi è mai capitato di lasciare fuori da voi stessi la vostra titubanza, la vostra difficoltà nel lasciarvi andare, la vostra rigidità mentale?Ecco questo mi è successo un sabato pomeriggio, il 20 aprile, al Teatro Villa dei Leoni di Mira, arrivata come semplice osservatrice del laboratorio di danza contemporanea - SHATUSH - condotto da Giorgia Nardin,insieme a Amy Bell e Marco D’AgostinLa situazione si è improvvisamente ribaltata e Giorgia mi coinvolge nel laboratorio dicendomi:“Posso proporti una cosa un po’ diversa? Cosa ne dici di fare anche tu il laboratorio? Così hai un diverso punto di vista!”Come tirarsi indietro?! A quelle parole e all'idea di avere una testimonianza diretta, non ho potuto farne a meno, mi sono tolta le scarpe e sono salita sul palco insieme agli altri ragazzi.
Non nego che sia stata inizialmente un’esperienza “difficile”, nel senso, oltre al fatto di non essere una danzatrice o performer o attrice, lasciarsi andare è sempre qualcosa che implica una fiducia in se stessi e in ciò che ti circonda, farlo con persone che nemmeno conosci aumenta la difficoltà oppure la può togliere perché eravamo li per fare esattamente tutti la stessa cosa e alla fine è stato liberatorio.Ascoltare il proprio corpo e lasciarlo fluire nelle emozioni, negli stati d’animo, nelle immagini non sempre risulta facile, anzi, spesso lo irrigidiamo nelle situazioni, nei sentimenti, perché troppe volte la scelta più semplice, meno invasiva (o almeno lo crediamo) è di non far trapelare nulla, quindi trattenere diventa una azione quotidiana.In questo pomeriggio intenso di 5 ore grazie al percorso graduale che ci hanno proposto in ordine Giorgia, Amy e Marco si è lavorato sul movimento del corpo ed utilizzando la dinamica derivante dal rilassamento muscolare, agendo sulla qualità dell’utilizzo dello scheletro come motore per il movimento abbiamo sperimentato diverse cose attraverso anche l’improvvisazione. Partendo dall’ascolto del nostro corpo, dal lasciare andare le tensioni fisiche e in automatico quelle mentali per poi passare a lavorare su un’immagine e concretizzarla attraverso i nostri movimenti, prima da soli e poi in coppia, quindi un lavoro che prevedeva l’ascolto dell’altro attraverso il movimento,  e il creare una comunicazione impercettibile data solo dal tatto…non certo facile. Inizialmente facevo molta fatica a farmi ascoltare, nel senso il mio movimento veniva in qualche modo “plagiato” dal compagno e quando le parti s’invertivano avevo difficoltà a dare gli imput, poi la situazione è migliorata, quando abbiamo amplificato l’ascolto non solo del tatto ma anche del respiro, e ho trovato una maggiore comunicazione in entrambe le situazioni.La terza parte è stata intensa, potrei riassumerla con queste tre parole: buio, movimento, azione collettiva.
Situazione davvero particolare, che affina l’ascolto di se stessi e degli altri, che ci aiuta a dare valore al tempo, a prenderci il nostro tempo, a sperimentare nello spazio l’azione che può essere sempre la stessa ma rivisitata in modalità di ritmo, di tempo, di spazio, un gesto quotidiano può diventare un modo per parlare di noi agli altri, per rappresentarci, utilizzando l’improvvisazione, il rompere una modalità conosciuta per entrare in una situazione sconosciuta ma che può portare dei risultati diversi, a delle soluzioni differenti. Scardinare le certezze per abbandonarsi a qualcosa di “ignoto” ma che sentiamo essere la soluzione migliore.Tutto questo mi ha permesso poi di avvicinarmi in modo diverso e con sguardo più attento alla presentazione dello studio ALL DRESSED UP WITH NOWHERE TO GO andato in scena la sera seguente. Per capirne un pò di più vi invito a leggere l'intervista fatta a Giorgia!