Partenza per Madrid domenica pomeriggio, questa volta. Passano a prendermi poco prima delle due, direzione Linate.
La settimana appena trascorsa e’ stata pesante, entusiasmante come ogni cosa di questo progetto, ma pesante. Venerdì sera e sabato, pero’, ho fatto in modo di fermarmi, prenderla con calma, portare avanti piano qualche cosa delle mie. Non scrivo di minimalismo e downshifting da molto ma questo non significa che non stia facendo qualcosa al riguardo. Al contrario: sono impegnata con la digitalizzazione di fotografie e negativi e con la loro catalogazione. Si accumulano molti scatti in una vita e i progressi sono costanti ma lenti.
Ho cucinato qualcosa, riordinato me stessa e le stanze che mi circondano, ho dormito, ho avuto tempo quieto. Vorrei poter scrivere che ho nuotato, ho passeggiato, ho fatto un giro in bicicletta ma il ginocchio proprio non collabora. Lo sport e’ diventato, per me, in questi ultimi due anni, solo un ricordo e una speranza per il futuro. Anche di questo non scrivo piu’ ma la situazione non affatto e’ risolta e camminare continua ad essere doloroso. La svolta dovrebbe avvenire a febbraio, con un’altra visita alla sala operatoria. Fino ad allora zoppico, mugolo e mi tengo impegnata a fare altro.
L’aeroporto, di domenica, e’ insolitamente quieto. Al transito costante dei turisti manca la parte dei pendolari del lavoro. I sedili accanto a me restano vuoti, c’e’ lo spazio per allungare le gambe, manca il continuo sguaiato annunciare offerte speciali di ryanair. Si viaggia bene, per pochi euro in piu’, sulla compagnia di bandiera. Avevo pensato che, dopo l’ottimo pranzo domenicale cucinato da mio padre, avrei potuto trascorrere le due ore di volo dormicchiando.
Invece no. Non e’ andata cosi’.
Ho aperto, senza particolare convinzione, tanto per sfolgiarlo, un libretto che mi e’ appena arrivato e non sono piu’ riuscita a chiuderlo. Sono rimasta invischiata, come da tanto non mi capitava, dalle sue poche pagine lievi, scritte con intelligenza e umorismo. Parlano d’amore, quello che non tradisce, quello che nasce nell’infanzia e accompagna fedele tutta la vita. Raccontano la passione per i libri e le loro parole.
Sono arrivata al momento dell’atterraggio senza nemmeno accorgermene. Mi mancano pochi capitoli per finire: stasera non raggiungo i colleghi a cena. Non ho fame. Bevo un te caldo gia’ in pigiama, ascoltando radiotre in sottofondo, girellando per i giornali online e scrivo un post dalla camera di questo albergo che ormai conosco bene. Vi auguro la buonanotte.
Tra poco, molto poco, mi rituffero’ di nuovo nel piacere di un libro.
Anne Fadiman. Ex-libris. Confessions of a common reader.