Il punto su cui, invece, si dovrebbe discutere riguardo all’integrazione sociale degli immigrati è un altro. L’immigrato deve fare ogni sforzo per integrarsi, altrimenti rischia di diventare un peso per la società, un problema e, talvolta, un pericolo anche per se stesso. Lo dico da amico di immigrati extracomunitari: è necessaria una regolamentazione dei permessi di soggiorno diretta all’obbligatorietà dello sforzo di integrazione. In particolare credo sia imprescindibile che l’immigrato conosca la lingua italiana, che la parli e la capisca in modo sufficiente.
Troppo spesso accade che lo straniero in Italia abbia e causi problemi per la sola questione della non comprensione della lingua. Questo rende difficile il rispetto delle regole, delle leggi e del prossimo. Lo straniero che non conosce l’Italiano ha difficoltà negli uffici pubblici, crea problemi ai propri figli nelle scuole, non riesce ad avere interazioni positive con gli Italiani.
L’istituzione di corsi di lingua italiana di base per gli immigrati e l’obbligatorietà alla frequenza degli stessi dovrebbe essere parte integrante dei requisiti per l’ottenimento del permesso di soggiorno definitivo. Con un periodo di provvisorietà dello stesso nel quale lo straniero debba mettersi in regola anche da un punto di vista linguistico avremmo una sensibile diminuzione dei problemi di integrazione. Il costo sociale sarebbe ben inferiore a quello della mancata integrazione. Gli immigrati avrebbero meno problemi ad integrarsi, i loro figli meno difficoltà a scuola e ci sarebbe una maggiore facilità nei rapporti fin da subito.
Luca Craia