Imparare a perdonare

Creato il 13 agosto 2010 da Direnzoeditore
“Non si dirà mai a sufficienza che perdonare non è naturale. Un facile perdono ha tutte le probabilità di non essere autentico.” Lytta Basset
Perdonare, non vuol dire necessariamente riconciliarsi: si può perdonare senza entrare di nuovo in rapporto con chi ci ha offeso. Perdonare significa smettere di soffrire per il rancore, allentare la presa di questa energia negativa, che comporta il desiderio di vendetta, l’animosità, il risentimento o l’odio. Questo stato d’animo ci libera e passa all’altro l’energia negativa che portavamo in noi.
Perdonare non significa dimenticare: si conserva l’apprendimento dell’esperienza. Bisogna sapere, a volte, tagliare i ponti e, per sopravvivere e recuperare la propria salute, rinunciare ad avere rapporti con parenti affettuosi anziché con parenti malevoli. Il perdono serve a lasciare la presa dell’esigenza che il passato sia differente da quello che veramente è stato. Il che non significa che si approvi il comportamento dell’altro, che resta comunque inaccettabile: si può perdonare e ricordare. Ci si libera allora del nostro passato, anziché rimanerne oppressi.
Perdonare significa anche rinunciare ad ogni “esigenza di richiesta di perdono” per il male che ci è stato fatto o per l’ingiustizia subita; ma benché non la si esiga più, una richiesta di perdono ci libera.
Tratto da: Uscire dal lutto - Superare la propria tristezza e imparare a vivere di nuovoDi Renzo Editore

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