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imparare l'arte [del riordino] e non metterla da parte ma quasi

Da Patalice
imparare l'arte [del riordino] e non metterla da parte ma quasiPartiamo da un presupposto.
Quando vuoi dare una sferzata alla tua esistenza, non ce ne sono di caschi e di banane, ti aggrappi a tutto quello che c'è, pur di raggiungere la meta.È più o meno, con questo spirito indomito che, nella giornata di shopping che mio marito mi ha dedicato per il mio compleanno, ho preso "il magico potere del riordino".Il tam-tam che ha preceduto la lettura, è di quelli che non lasciano scampo: un hashtag dedicato, vari gruppi di discussione sui social, le più influenti blogger che lo hanno recensito, instagram che abbonda di foto con esso... Insomma, penso si possa considerarlo il caso letterario dell'estate 2015!Quindi niente, libricino alla mano, mi sono data alla lettura.Allora...Continuiamo con un altro presupposto: io ho TANTA ma davvero TANTA ma proprio TANTA TANTA ROBAQuesto, sappiatelo, è esattamente il contrario di ciò che il libro insegna. Vivere felici, vuol dire possedere solo ciò di cui si ha bisogno, senza lasciarsi andare al superfluo. Huston abbiamo un problema!Io sono piena zeppa di utilissimo inutile, e ci sono visceralmente affezionata, ergo l'idea di sbarazzarmene non mi è passato mai per l'anticamera del cervello! Leggere le avventure pattumiere dell'autrice, mi ha smosso un senso di inadeguatezza: a cuor leggero, lei smista armadi ed armadi di cose, sancendo la fine di quello che, a tutti gli effetti, è praticamente un rapporto! Ed io dovrei fare altrettanto?!?Nel barcamenarmi nei meandri del suo metodo rigoroso ed inflessibile, ho visto tutte le mie insicurezze bambine; quello spasmodico desio di trattenere e non lasciare andare. E proprio qui si snoda il segreto del riordino: tenere solo ciò che ci regala un brivido, solo quello che è strettamente indispensabile oggi qui e adesso. Si parla di "sentire" gli oggetti, che siano essi abiti libri vari ed eventuali, poggiarvi una mano ed ascoltare se ci suscitano qualcosa.Questo approccio, profondamente orientale, mi è abbastanza lontano, lo trovo anche un po' ridicolo, sebbene lo abbia fatto, perché quando sposi una causa non è che prendi solo le cose buone, no?! Quindi ho toccato e manipolato, restando in attento ascolto, così come libro comandava! Ma questo non è che uno dei supremi dettami, gli altri sono: * svuota tutto! Armadi/ cassetti/ scatole... tutto!E rovescia i contenuti a terra, tutto!* decidi da che categoria iniziare.Non "sistemare l'armadio", ma sistema, chessò, tutta la biancheria, è solo una volta vagliata riponila nel cassetto preposto, e passa ad altra categoria.* lascia i ricordi per ultimi.Rimaneggiare cose del passato, porta via tanto tempo e tanta energia, e sono le cose più ardue a gettarsi, quindi lasciarle per ultime.* piega il più possibile!Invece di appendere o di impilare, impara a piegare [nel libro si spiega come...] per guadagnare spazio e prendere coscienza agilmente di ciò che si possiede.* butta tutta la carta!A parte i documenti strettamente necessari, oggi però, non quelli di un anno fa, butta tutto! Pubblicità, buoni sconto, vecchi contratti, relazioni, tutto!* non conservare estratti conto, scontrini e fatture!Ormai quei soldi li hai spesi... A che serve tenere perenne monito!? Scrivi su un'agenda le spese sostenute, e fai piazza pulita! * vietato pensare che "un giorno, forse"No no e ancora no!Tenere solo ciò che va bene oggi.Non dimagrirai abbastanza per quei jeans, e se lo dovessi fare, vorrai un capo nuovo per esaltarti, non un paio di braghe vecchie! * non si possono portare scatoloni da parenti o in deposito.Nessuna via di fuga alternativa.Buttare vuol dire gettare il cuore oltre il fossato, essere disposti al distacco definitivo, senza "se" senza "ma"!È un pensiero pragmatico quello di questa giapponese tutta pepe ed organizzazione, che tiene convention in tutto il globo, e che assicura che, partendo dall'ordine casalingo, sia possibile mettere ordine anche nelle nostre esistenze. imparare l'arte [del riordino] e non metterla da parte ma quasiLa mia esperienza non sarà mai inserita negli entusiasmati adepti della causa, sono troppo capitalista e raccimolatrice, per sposare uno stile di vita così retto e filosofico, tuttavia qualcosa, nel mio piccolo, sono riuscita a farlo anche io! Ho gettato quasi tutti gli scontrini di una vita, concedendomi solo le ricevute dei locali più carini, i biglietti del cinema e quello dei concerti!Da 4 scatole, che traboccavano di carta, ora ne ho una. Di medie dimensioni, bella precisa ed ordinata.Ho fatto auto critica, e sono arrivata al compromesso, con mutande, calzini e magliette per la palestra.Non ho, oggettivamente, tenuto solo lo stretto indispensabile, ma mi sono comportata egregiamente. Ecco.Questo è quanto.Un po' pochino in effetti, ma la cosa ha stupito chi mi conosce e sa quanta difficoltà io abbia nell'allontanarmi dalle cose materiali. Di contro, posso dirvi che mi sono rifiutata di mettere mano ai libri. È inutile.Non capirò mai come si possa gettare un libro. Ma questo è un sentimento che esplode ruggente, anche quando vado al Libraccio e mi perdo nell'ala dell'usato.Con me, Marie Kondo, non ha avuto vita facile... Anzi! Però mi sono applicata, tanto nella lettura, quanto nella comprensione del perché, questo libro venga additato a manna dal cielo.Si, senza dubbio ci sta il fatto che è di moda, ma non può essere solo quello... Perché siamo stati lambiti in modo così totalitario, da questo manualetto, a metà tra l'economia domestica e la guida zen?Forse è proprio preponderante quella fettona di insoddisfazione, che ognuno cerca di addomesticare come può, e per la quale ogni scusa è buona...Che ne pensate?

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