INTRO
Mio marito si occupa di ricerca musicologica e di solito viene a trovarmi nel mio spazio creativo per rigenerare la mente e passare dal suo bianconero ai miei colori. O per candeggiarmi.
Sì perché uno scrittore spesso ha bisogno di pause di riflessione, che nel suo caso si traducono in
incetta di arachidi senza nemmeno togliere la buccetta marroncina
mumble-passeggiate avanti e indietro fino a creare profondi solchi persino nel gres porcellanato
riflessioni ad alta voce
Talvolta, l'ascolto è doveroso perché le frasi a caso non funzionano sempre e allora accade uno strano fenomeno.
Il mio pupazzino colorato (quello che vive dentro di me) comincia a indossare occhiali da nerd, diventa serio al limite della commozione, il suo capello si appiattisce e i suoi vestiti si sbiadiscono sempre più: quando l'ammorbo è tale da far rischiare al mio pupazzino lo stato di coma irreversibile riesco a uscire dal candeggio creativo dicendo d'un fiato «ok-va-bene-adesso-devo-continuare-a-fare-delle-cose-CIAO!».
Ma ci sono anche le circostanze fortunate in cui l'argomento non mi candeggia il pupazzino ma anzi...
VERO OGGETTO DI QUESTO POST
Ed ecco che stamattina il mio maritino mi porta la pubblicità presente in una rivista di cinema del 1913:
Le prendo anche se sono scadute!!!