IMPEGNAMOCI A REALIZZARE VESUVIANA versione 2.0

Creato il 01 settembre 2011 da Ciro_pastore
Diciamo no alla brutale ristrutturazione a base di tagli indiscriminati
Il management aziendale, forte dell’integrazione al contratto di servizio chiuso con la Regione il 10 agosto scorso, sta imponendo, senza contrattazione, il già preannunciato taglio ai servizi forniti da Circumvesuviana. Si tratta, ovviamente, del tentativo di realizzare da una parte una “manovra economica”, scriteriata e senza capacità di analisi reale del contesto. Dall’altra è la prova generale per arrivare al ribaltamento delle regole delle relazioni sindacali, così come finora le abbiamo vissute. Tagliare le corse è facile e, sicuramente, nell’immediato produce risparmi. Se fosse un’operazione per tamponare momentaneamente la falla, in vista di una più oculata rimodulazione dell’offerta complessiva, potrebbe anche essere presa in considerazione, seppure obtorto collo. Ma si può avere la certezza, invece, che si tratta di una scelta definitiva. Scelta, peraltro, che contraddice le stesse politiche di investimenti nelle infrastrutture che, appena qualche settimana fa, hanno destinato alla costruzione di nuove opere ferroviarie nella nostra regione centinaia di milioni di euro. È come se una famiglia, dopo anni di faticosi risparmi, decidesse di acquistare una nuova potente automobile, ben sapendo di non avere le risorse mensili per l’acquisto del carburante. L’auto acquista, su cui si sono fatti convergere gli investimenti, resterebbe in garage o al massimo farebbe qualche giro del quartiere. Mi si dirà, gli investimenti sono sostenuti da risorse esterne (fondi nazionali o della Comunità Europea) che bisogna spendere, pena la colpevole perdita delle stesse. Costruire, stendere binari, poi, fa muovere l’economia generale e, soprattutto, crea consenso e riconoscenze, per così dire. C’è, però, un equivoco di fondo. Gli investimenti diventano tali solo se sono capaci di creare a loro volta ricchezza, non solo nuova spesa. Negli Stati Uniti d’America, dopo la grande crisi finanziaria del 1929, diedero vita ad una stagione di investimenti infrastrutturali, nell’ambito di una politica macroeconomica conosciuta come New Deal. Le opere realizzate a seguito di quel programma sono ancora oggi utili all’economia americana. Le nostre infrastrutture, invece, spesso vengono viste solo come un tampone alle crisi contingenti. Un modo comodo per inserire ossigeno in un sistema economico asfittico ma, spesso, svincolato dalla reale utilità pubblica. Il nostro paese è disseminato da inutili e costose cattedrali nel deserto. Ritornando alla metafora familiare, è come se un impazzito capofamiglia si regalasse una Ferrari, per poi tenerla nel box.L’altro delicato aspetto che questa vicenda sollecita è legato alle modalità con cui l’Operazione Tagli si sta realizzando. Si parte con il prolungamento dell’applicazione dell’Orario Estivo e si concluderà con l’applicazione definitiva del taglio dei servizi. Sembrerebbe una strategia dettata dalla crisi finanziaria del settore, ma in realtà assistiamo al ribaltamento delle normali regole delle relazioni sindacali. Si vuole far ingoiare rapidamente e senza troppi strepiti la pillola amara che dovrebbe servirci da prodigiosa medicina. Ma non è questa la strada attraverso cui si perviene alla guarigione. Non esistono medicine prodigiose, esistono, invece, cure lente che danno, però, risultati affidabili. Invece, di fare quello che un qualsiasi ragazzo al primo anno di ragioneria sarebbe stato capace di fare, l’autorevole cabina di regia avrebbe dovuto approfittare della crisi per proporre un ridisegno globale dei servizi e dell’organizzazione del lavoro. Sono molteplici gli interventi possibili, tra cui segnalo la progressiva rimodulazione della retribuzione del personale di movimento. Occorre passare, cioè, da una paga arricchita da prestazioni accessorie e straordinarie, ad una paga base che le contenga in partenza, a fronte, beninteso, di un aumento della produttività individuale. Tutto ciò accompagnato da un appiattimento della struttura organizzativa. Troppe, infatti, le superfetazioni di livelli e le dannose parcellizzazioni delle mansioni. In queste realtà, non è pensabile la coesistenza di Dirigenti e Capi Area, come pure di Capi Ripartizione e Capi Ufficio. In molte situazioni basta avere o gli uni o gli altri. Come pure la catena di comando del personale viaggiante (inteso in senso ampio) è fin troppo ridondante. Appiattimento della struttura che consentirebbe di spostare le risorse laddove sono necessarie e che dovrebbe essere accompagnata anche da un deciso sfoltimento del ruolo impiegatizio. Troppi amministravi, molte posizioni nate solo per giustificare la presenza di capi e capetti. La Information Technology ha definitivamente fatto tramontare la necessità di tanti amministrativi. Ci sono uffici in cui è così poco carente la mole di lavoro ordinario da distribuire che si verificano i primi paradossali casi di “furto del lavoro”. A fronte di tanta sottoutilizzazione, sarebbe preferibile una diversa collocazione, con copertura delle carenze di organico, fermo restando i diritti economici conseguiti. Per non parlare, poi, della riqualificazione della spesa. Si propongono ancora bilanci dettati dalla spesa storica con la perversa logica incrementale, quando sappiamo tutti che le best practices imporrebbero di dirigersi verso la logica del zero budgeting. Predisporre i bilanci con il vecchio sistema predispone, invece, ad una serie di svantaggi quali lo svilimento della funzione del budget nel processo di programmazione e controllo, la scarsa attenzione all’efficienza, l’avvilimento motivazionale, il costante e non ragionato aumento della spesa ed, eventualmente in tempi di crisi, i tagli indiscriminati basati sull’accettazione acritica del passato. Insomma, come vedete, se anche un modesto scribacchino come il sottoscritto, è capace di proporre delle soluzioni, bisogna esser certi che esistono notevoli e più complessi margini di manovra che la semplicistica riduzione dell’orario di servizio. Perché accontentarsi di un inconsistente riverniciata, quando è possibile puntare a fare una Vesuviana in versione 2.0?
Ciro Pastore – Il Signore degli AgnelliLeggimi anche su http://lantipaticissimo.blogspot.com/2011/08/la-forza-delle-idee-le-idee-sono-la.htmlhttp://golf-gentlemenonlyladiesforbidden.blogspot.com/2011/08/le-crocieriste-alla-riscossa-quando-il.html

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