«Non parlo di questo periodo. Mi sei mancato in tutti questi anni, me ne sto accorgendo solo adesso.»
«Mi dispiace. Non avevo capito niente.»
«Eppure eravamo noi quelli seduti a quel tavolo otto anni fa. Eravamo noi quelli con le mani intrecciate e lo sguardo colmo di aspettative. Cosa ci è successo?»
«Ci è successa la vita. I ragazzi seduti a quel tavolo otto anni fa sono stati fatti a brandelli dalla vita.»
“Imperfetto futuro” di Cristina Bergomi è la storia di Giulia ed è la storia di Paolo. Marito e moglie. Lei potrebbe essere definita una sorta di “Family woman”: come il protagonista della versione maschile del celebre film (“The family man”), di fronte al momento della scelta, del dissidio famiglia vs carriera, lei ha scelto la prima. Una scelta che molte, e molti, hanno fatto. Eppure, a distanza di anni, il fuoco del rimpianto comincia a bruciarle dentro. Il matrimonio finisce per diventare una gabbia di silenzio e ombre, in cui i ricordi belli si scontrano con le aspettative deluse.
Finché non arriva il momento della verità.
E questa verità si chiama Susanna, l’amante di Paolo. La scoperta del tradimenti rappresenta il volano per una rinascita, per una presa di coscienza. Giulia diventa fenice che risorge dalle proprie ceneri, comincia a lavorare in un bar e alla fine pondera la possibilità di rispolverare la sua laurea in legge, dandosi all’avvocatura.
La storia di Giulia e Paolo, volendo fare qualche parallelismo cinematografico, ha qualcosa di “The family man”, ma anche qualcosa di “L’ultimo bacio” e di “Ricordati di me”: in buona sostanza, un quadro impietoso, ma spesso vero, della vita matrimoniale, della convivenza che diventa forzata, dei sogni che vengono zittiti con la complicità del galateo quotidiano. Una storia semplice, vera. Forse troppo.
- Autore: Cristina Bergomi
- Editore: 0111 Edizioni
- Anno: 2011
- Pagine: 150
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