Ripercussioni dopo la richiesta "Scusa maaaaa, posso avere l'aumento?!?" non ce ne sono state. Il clima è disteso. Per me. In questi ultimi giorni il bersaglio di ogni qualsivoglia problema tale o presunto è stato la mia collega che è sempre quella più gnocca, più brava, più alta e più magra di me.
Ovviamente lei guadagna più di me. E sembra che ultimamente faccia girare ai grandi capi furiosamente le palle in senso orario di giorno e antiorario di notte. Pressioni, tante, forti, pesanti pressioni.
Hanno raggiunto l'obiettivo, se ne andrà, me l'ha confessato.
Probabile che finalmente riceverò il mio stramaledetto aumento (che mi porta a stare anche il sabato pomeriggio qui) ma perderò una collega, una confidente e un'amica. So benissimo che non dipende da me. Si tiravano i capelli a vicenda già da molto tempo, da prima che cominciassi a capire il meccanismo di questa sporca azienda.
Una conoscenza mi ha sventolato un lenzuolo al quale aggrapparmi; non è un lenzuolo che conosco, non so cosa mi darà in cambio. E' il solito salto nel vuoto dove, nei miei sogni ricorrenti, la mia faccia si stampa quasi sempre sull'asfalto. Quasi.
Forse otterrò una parte di quello che volevo ma chissà perché ora non lo voglio più.
Avrei voluto mettermi lo smalto fuoco a festa.
Se non l'ho fatto. Avrei voluto.