Importante successo ha ottenuto l’incontro con Pierfranco Bruni a Istanbul presentando “La pietra d’Oriente” (Pellegrini editore) attraverso un discutere di letteratura e mistero. Un diario nel romanzo di una vita attraverso i temi che hanno caratterizzato la sensibilità del profondo della parola e dello scavo esistenziale e religioso di Pierfranco Bruni. Il viaggio verso i segni dell’alchimia, del sacro e della inafferrabilità degli amori, raccontati da amanti che abitano i deserti e il mare, costituisce il passaggio verso l’indefinibile e l’infinito.
Con questo romanzo Pierfranco Bruni, nella continuità del suo ricercare l’essenza nell’anima dei simboli, tocca i rifermenti più alti del dialogare tra la metafora del narrare e una griglia di personaggio che costituiscono i veri archetipi di una letteratura del sogno e della memoria, della magia e dell’incanto grazie ad una tavolozza che ricami i pensieri di un io narrante che diventa il dialogante contatto tra il viaggiatore incantato e il disincanto del silenzio.
Pagine preziose che toccano l’originalità di un modello letterario tutto vissuto nella trasparenza dell’immaginario e della profondità. Un romanzo viaggio, ma questa volta lo scrittore, servendosi dei monaci camminanti nel deserto, apre un costante colloquio con dei personaggi che sono la sfera del linguaggio. Nadine è l’ultimo capitolo del romanzo che si apre al lettore come se fosse una lettera, ma è l’incipit di un nuovo viaggio. Ciò è nello stile del vivere la poetica di Pierfranco Bruni. I suoi ultimi romanzi sembrano una ragnatela e anche se vivono autonomamente rappresentano l’incastro della “stretta” tra vita e letteratura. LA PIETRA D’ORIENTE è un ascolto e “non è necessario capire quando negli occhi c’è l’ascolto e l’ascolto ha il viaggio…”. Un libro che è la sintesi e la summa di un incidere nella parola grazie ad eredità e segni che danno il senso dell’incontro cristiano.