Laudato sie, mi’ Signore, cum tucte le tue creature, spetialmente messor lo frate sole, lo qual è iorno, et allumini noi per lui. Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore, de te, Altissimu, porta significatione.Sì, ma alle volte, come in quest'estate, mi pare che allumini e sia radiante con troppo splendore.
Che bella cosa è 'na jurnata'e'sole n'aria serena doppo na tempesta pe'll'aria fresca pare già 'na festa che bella cosa na jurnata 'e sole.Ma non tira un soffio di aria fresca, qui da me, dove sopravvivo, da settimane, congestionato da 34-35°in casa, peggiorati dal 65% di umidità, imprigionato nella Casa del Sole, dei Pooh. Mi faccio una doccia, esco dal bagno per rivestirmi, ma colo nuovamente per il sudore; mi fiondo nel soggiorno e, fino a mezzodì, riesco anche a sopravvivere, con il ventilatore a turboelica, scollandomi di dosso, periodicamente, bermuda, boxer e canottiera, appiccicati alla pelle. “Luglio , col bene che ti voglio...; così mi ripaghi? Poi, dopo una pennichella in una pentola per bolliti misti, devo attaccare il climatizzatore, mentre l'ENEL sogghigna, nell'ombra, pensando alla prossimo megabollettona che mi invierà. Arrivo all'ora di cena, dopo aver tracannato, di continuo, the freddo, succhi di agrumi vari, acqua gasata, liscia o Ferrarelle. Caccio la testa sotto il getto fresco della doccia, per raffreddarmi il cerebro che reagisce “come un stizzo verde ch’arso sia da l’un de’capi, da l’altro geme e cigola per vento che va via” . Ogni tanto, affondo i denti in una pesca, in un paio di albicocche, trangugio una pinta di macedonia. La sera, un paio di birre gelate, che mi ammazzano, verso le 23, tra un continuo rollìo e beccheggìo del capo. La notte trascorre in un incubo da jungla amazzonica, tra abbiocchi a singhiozzo e risvegli repentini, mentre la biancheria intima e le lenzuola divengono un viluppo unico, intorcinato e fracido di sudore. Ciliegina sulla torta, un contorno di zanzare, pappataci, ed altri mini-intruders alati, per risvegliarmi alle ore 7, completamente rimbambito, scarnificato dai grattamenti notturni, pronto a rivedere non le stelle, ma questo sole implacabile. “Here comes the sun”...e intanto mia moglie ascolta, a tutto volume, una canzone del suo mitico Mika, per mortificarmi ulteriormente: Staring at the sun. Dovrò forse sperare nel sol dell'avvenire? Ognuno sta solo nel cuor dell'estate, trafitto da raggi di sole; e non arriva mai sera. Hanno scoperto un pianeta gemello del nostro; ma il malignaccio è ancor più caldo del Third stone from the Sun.
Fa così caldo che non si vede nemmeno una sola fila di rosse
formiche
ch'ora si rompe
ed ora s'intreccia, signor Montale...
...mentre si
levano tremuli scricchi
di cicale dai
calvi picchi. Quelli sì, incessanti
Franco Bifani