Ricordate i miei post sul libro di Monaldi & Sorti Imprimatur? Qui, qui e qui potete leggerli, ma vi basti sapere che si tratta di un caso di censura moderna. Niente Inquisizione, niente rogo dei libri, semplicemente il silenzio di chi potrebbe parlare e l'intromissione di chi dovrebbe aver rispetto per le libertà d'espressione. Perché questo romanzo storico tradotto in 26 lingue, scritto da italiani e semisconosciuto nel nostro Paese dovrebbe interessare? Qui ho riportato la prefazione del libro scritta dagli autori. Chiarisce ogni dubbio e fa riflettere davvero molto.
Per chi invece desidera conoscere l'opinione di un lettore sul contenuto, devo dire che è diverso da quello che uno si aspetterebbe da un bestseller internazionale. E' molto molto ricco di riferimenti storici, ma resi avvincenti, affascinanti. In appendice al libro vi è una scrupolosa ricostruzione dei documenti usati per creare il romanzo, chiarendo in modo attento ciò che vi è di reale e ciò che è frutto della fantasia. Personalmente lo trovo ben scritto. Per chi si aspetta un incalzare tipico dei romanzi moderni ne rimarrà deluso. Il ritmo è piuttosto lento, ma l'atmosfera che si viene a creare inchioda il lettore alla pagina. Il tipo di scrittura cerca addirittura di mimare un parlar antico che rapisce e trasporta nella Roma del Seicento e nell'Europa di quel tempo. Conclusione? Mi sono procurato il libro e l'ho letto per proclamare la mia libertà di scelta e ho scoperto due nuovi scrittori e un modo diverso di scrivere romanzi: meglio di così...