Nel 2007, anno in cui la loro relazione è più che rodata, in Italia arriva la proposta di legge che prese poi il nome di DICO, proposta nata come tentativo di regolamentare alcuni importanti aspetti burocratici della vita delle coppie di fatto, eterosessuali od omosessuali indistintamente.
Gustav, convinto di trovarsi di fronte a un passaggio per loro importante, decide di documentare questo evento e le reazioni che esso suscita nel popolo italiano, nel farlo coinvolge anche il suo amato Luca che parteciperà al progetto con un po' più di ritrosia.
Dopo aver spiegato al pubblico con tono lieve e divertente tramite alcune sequenze animate in cosa consistano i punti principali di questi DICO, l'attenzione dei due registi si concentra sulle reazioni che questi scatenano nei cittadini italiani, nei politici, nella chiesa e su alcuni movimenti cattolici.
Come piccola digressione possiamo accennare al fatto che nei DICO non si affrontavano argomenti spinosi come matrimonio o affido di bambini in favore delle coppie omosessuali, si trattavano invece aspetti legali quali le decisioni in materia di salute del partner, permessi di soggiorno, tasse di successione etc... insomma diversi aspetti della vita che, se non regolamentati, possono andare a creare un bel po' di casini alle coppie di fatto le quali si vedrebbero (e si vedono) negati diritti sacrosanti senza alcun apparente motivo.
Detto questo, nella sua semplicità, il lavoro del duo Hofer/Ragazzi sconvolge nel mostrare un paese (o buona parte di esso) totalmente chiuso, spietato, sicuramente omofobo, poco solidale e anche cattivo se non propriamente ignorante. Dalla gente si sente dire di tutto, da chi si dichiara contrario all'estensione di questi diritti alle coppie di fatto ma non sa spiegarne il perché, a chi sostiene a spada tratta che solo la famiglia classica può esistere (che poi io faccio parte di una di quelle famiglie classicissime, forse sono pure un po' all'antica, ma mai mi sognerei di dire a qualcuno che non può essere felice perché vive in una famiglia un po' diversa), il caro Buttiglione arriva a dichiarare pure che la famiglia vale solo con figli (oh, se non ne avete fatevene 'na ragione, non siete a posto, meno male che noi ne abbiamo una, fiiiiuuuuu, almeno per Butti siamo in regola), per altri invece l'omosessuale è ancora il malato che va curato, si consiglia l'elettroshock. Ma i più incattiviti sono quelli che arrivano da un background culturale cristiano e che dovrebbero essere orientati alla comprensione e all'amore (anche io arrivo da una famiglia classicissima di impostazione cristiana, giusto per dire). Mamma mia ragazzi, state tranquilli, io non credo che questi ragazzi abbiano l'intenzione di conquistarci per mettercelo nel culo a tutti, rilassatevi, respirate. Si sentono cose terribili tipo "se oggi decidiamo che due uomini sono una famiglia, allora domani anche due uomini e un cane sono una famiglia" o qualcosa del genere. Agghiacciante.
Il documentario è stato ben accolto dalla critica e recensito come un prodotto schietto e imparziale. Se vogliamo, e se chi guarda ha un minimo di coscienza, cuore e intelletto funzionante, si può dire che è impossibile non empatizzare con la causa di Gustav e Luca, il montaggio delle interviste e delle situazioni induce lo spettatore a stare dalla loro parte. E' ovviamente un documentario di parte, non potrebbe non esserlo. Ma di fronte alla possibilità di raddrizzare certe storture, che tra l'altro non chiamano in causa terze parti ma solo i componenti della coppia in questione, perché dovremmo essere noi a metterci di traverso?
Intanto gli anni sono passati, i DICO si son persi per strada, i politici hanno deciso che non sono una priorità e tanta gente ha smesso di camminare con la schiena appoggiata al muro.