Imu agricola, la denuncia di Agrinsieme: “Tassa insostenibile. Abolitela!”

Creato il 31 marzo 2015 da Comunalimenfi

Oggi sit-in davanti alla Presidenza della Regione del coordinamento delle aziende associate.

Tassa da abolire l’Imu, l’imposta municipale sui terreni agricoli. Agrinsieme Sicilia – il coordinamento che rappresenta le aziende associate a Confagricoltura, Cia ed Alleanza delle Cooperative (Agci Agrital, Fedagri Confcooperative e Legacoop Agroalimentare) – prosegue la mobilitazione e per oggi ha organizzato a Palermo un sit-in davanti alla Presidenza della Regione.

L’obiettivo è duplice: da un lato, attrarre l’attenzione sulle gravi conseguenze, per i bilanci aziendali, dell’imposta varata lo scorso gennaio dal Governo Renzi; dall’altro, sottolineare il ruolo, non solo economico, che l’agricoltura e l’agroalimentare della Sicilia svolgono nel contesto sociale ed occupazionale regionale e nazionale.

Un tessuto produttivo che «rischia – si legge in una nota diffusa da Agrinsieme Siciliadi essere spazzato via da miopi politiche fiscali ed inarrestabili aumenti dei costi di produzione, difficoltà di accesso al credito ed inasprimento dei carichi burocratici, concorrenza sleale e mancanza di controlli sull’applicazione degli accordi comunitari ed extracomunitari».

La manifestazione di protesta è stata organizzata per ribadire il “no” all’Imu sui terreni agricoli, un’imposta che, secondo gli il coordinamento, è «insostenibile per l’agricoltura siciliana». I casi di difficoltà oggettive per le aziende sono parecchi e colpiscono in modo particolare l’agrumicoltura. La crisi non è finita e i conti aziendali sono in deficit. E allora se si paga l’Imu, non ci sono più disponibilità economiche per provvedere alle necessità stagionali delle coltivazioni, dalla potatura alla concimazione, alla lavorazione dei terreni.

Secondo Agrinsieme, l’imposta municipale è «una tassa che, così com’è stata approvata dal Parlamento nazionale, determina due prelievi nell’arco di pochi mesi: 31 marzo per l’Imu relativa al 2014 e 15 giugno per quella riguardante l’annualità 2015».

Non solo ma viene applicata «nonostante la Sicilia, proprio a causa del suo deficit economico e sociale, rientri tra le regioni dell’Obiettivo 1, definite dall’Unione Europea come meritevoli di intervento di sostegno». Con la conseguenza che viene «imposta ad un’isola, qual è appunto la Sicilia, a cui sempre l’Unione Europea riconosce invece la possibilità di attivare misure di compensazione per rendere meno gravoso lo svantaggio infrastrutturale e commerciale».

Tra l’altro, sottolinea ancora Agrinsieme, l’imposta – che in Sicilia «ha visto ridurre, anziché elevare, il numero dei Comuni per cui è prevista l’esenzione» – è caratterizzata da «perversi meccanismi a cui non sono state assoggettate aree del Paese ad alta produttività e con elevato valore aggiunto».


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