IMU, La nuova ICI neutralizza in parte i benefici della cedolare secca.

L’IMU, La nuova ICI, neutralizzerà in parte in benefici della cedolare secca sugli affitti. La perdita per i proprietari con redditi elevati (oltre i 55mila euro l’anno) sarà minima. Mentre quelli a basso reddito e soprattutto con i canoni vicini alle rendite catastali avranno una perdita delle agevolazioni fino al 70% e oltre.  Riportiamo il caso citato nel Sole24ore: un trilocale in zona Isola a Milano, con una rendita catastale di 672 euro, affittato un canone annuo (non concordato) di 11.760 euro. Oggi il proprietario paga 336 euro di Ici e, se ha optato per la cedolare secca (al 21%), 2.469 euro di imposta sostitutiva sul reddito da locazione. Con la tassazione ordinaria Irpef – ipotizzando un’aliquota marginale intermedia, al 38% – avrebbe versato più di 4mila euro, contando anche le addizionali e l’imposta di registro. Il risparmio legato alla tassa piatta è di almeno 1.500 euro, dunque. Ma dal 2012 lo stesso proprietario si troverà a pagare quasi 500 euro in più di Imu, perdendo un terzo dei vantaggi incassati nel 2011 (questo ipotizzando che il Comune decida di lasciare invariata l’aliquota di riferimento dell’Imu, fissata al 7,6 per mille dal decreto salva-Italia).

Per chi sceglia la cedolare secca ricordiamo che non può aggiornare il canone con l’aumento misurato dall’indice Istat, ed ora con un’inflazione annua del 3,3% è un dettaglio rilevante. Soprattutto su un contratto «4+4» appena stipulato.

In sostanza dove i canoni sono più deboli (solitamente in provincia) la nuova tassa Imu si porta via una buona parte dei risparmi legati alla cedolare secca, mentre dove i canoni sono più vivaci l’Imu ha effetti minori. La considerazioni è sempre la stessa: l’Imu si paga sui valori catastali (anche rivalutati) mentre la cedolare secca di paga sull’affitto reale.

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