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Dopo il giro nel centro finanziario di Londra alla ricerca di investitori stranieri interessati all’Italia, il ministro Saccomanni non ha perso tempo sulla questione della seconda rata dell’Imu.
Per il pomeriggio di oggi è stata convocata una riunione con l’obiettivo di trovare delle risorse valide a coprire il gettito dell’imposta ed evitare dunque il pagamento che sta ormai tenendo in ansia milioni di Italiani. Un pagamento incerto che tiene in fibrillazione l’intera politica nazionale.
Il ministro dell’Economia presenterà oggi una serie di ipotesi da vagliare. Verrà da subito proposto di abbassare il conto dell’Imu, escludendo tra l’altro dal pagamento della seconda rata i fabbricati rurali e i terreni agricoli. In questa maniera, valutando le necessità attuali del Tesoro, queste ultime calerebbero dai 2,4 miliardi di euro ai 2 miliardi netti.
Torna tuttavia attuale l’ipotesi di allargare la platea delle case di lusso, facendo rientrare fra queste anche gli immobili che in questo momento risulterebbero esclusi dal conteggio.
Il parametro adoperato: la metratura. Ma vista la complessità dell’operazione pare di difficile attuazione. Il problema cruciale dell’intera operazione resta sempre il medesimo: la copertura del provvedimento.
Nel merito si sta lavorando in più direzioni. Sembra piuttosto probabile far anticipare il versamento alle banche per il 2013 per la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia. Stando alle ultime indiscrezioni, il ministro dell’Economia Saccomanni potrebbe impostare la valutazione a 7 miliardi. Insomma, tenendo conto di un’aliquota al 16%, l’Italia incasserebbe ben 1,2 miliardi di euro.
Resta tuttavia probabile l’ipotesi che il Tesoro innalzi l’aliquota al 20%, portando così la copertura delle banche a 1,4 miliardi. Si dovrà comunque agire solo attraverso una norma da inserire in un decreto legge, fermo restando la manovra attualmente in discussione in Parlamento. Dunque sarebbero proprio le banche ad anticipare al 2013 il pagamento previsto nel 2014.
E saranno ancora le banche ad anticipare i 2,2 miliardi di euro in ragione delle nuove norme sulla svalutazione dei crediti. L’ipotesi di un’acquisizione di risorse mediante la dismissione di immobili pervenuti alla Cassa depositi e prestiti pare piuttosto improponibile o di difficile realizzazione. Nelle ultime ore, invece, sembra si sia fatta strada l’ipotesi di un maxi-acconto fiscale del 125% sulle banche, in alternativa del 110% sulle imprese.
Il problema, che rende ulteriormente spinosa la questione dell’Imu, è il suo intrecciarsi con la discussione sulla legge di Stabilità. Si cerca infatti di trovare la soluzione per acquisire i 2 miliardi utili a concretizzare gli sgravi ai lavoratori e alle imprese, nonché a raggiungere i 200 euro di aumento in busta paga. Nonostante siano questi gli obiettivi, le difficoltà sembrerebbero tante e i soldi non si trovano.
In Senato, dove si sta discutendo animatamente, la questione del «termine degli emendamenti» è stata posticipata a sabato.
Ne sarebbero arrivati oltre 3mila. Il relatore al provvedimento, Giorgio Santini, ha voluto presentare come potenziali soluzioni di copertura l’aumento delle dismissioni immobiliari, il ritocco al 22% dell’aliquota sulle rendite e la rivalutazione di Bankitalia. Intanto la Consip, la società finalizzata alla razionalizzazione della spesa, ha parlato di un possibile risparmio fino a 7 miliardi di euro nell’ottica della spending review.