Se l’inizio della nuova stagione cinematografica 2013 – 2014 corrisponderà definitivamente anche all’inizio della nuova era digitale (i cinema italiani prevedono infatti il passaggio definitivo ai proiettori 2K entro l’estate), questo doppio punto di partenza sarà tenuto idealmente a battesimo dal film In Another Country di Hong Sang-soo, vero e proprio divertissement d’autore con Isabelle Huppert, che giovedì 22 agosto approderà nelle (nuove) sale (digitali) grazie alla Tucker Film.
Diversamente dalla Francia, dove l’eccentrico regista sudcoreano è ormai da tempo considerato un'icona, è la primissima volta che una sua opera viene distribuita nel nostro Paese. E anche le modalità di distribuzione, sfruttando l’avvento digitale, rappresenteranno una novità: In Another Country sarà infatti disponibile in 2K sia in originale che doppiato. La scelta sarà a discrezione dei singoli esercenti e le due opzioni direttamente disponibili sulla stessa copia (DCP) del film. Una simile proposta non era nemmeno immaginabile con la pellicola!
La “double-face version” potrà dunque accontentare sia i cinefili duri e puri (versione originale coreana con sottotitoli italiani) che gli spettatori normalmente curiosi (edizione italiana).
La questione linguistica, va detto, appartiene strettamente all’anima del film: l’altro paese, infatti, è la città marittima di Mohang, dove la francese Huppert deve misurarsi con orizzonti che non le appartengono, e l’orizzonte più immediato, appunto, è quello della lingua. Un gioco nel gioco in cui le sonorità anglofone (Madame Isabelle speaks English!) si mischiano alle sonorità coreane, disegnando così una dolce perdita di confini.
In Another Country è una delicatissima variazione sul classico tema delle geometrie sentimentali. Anzi: le variazioni, per essere precisi, sono tre. Tante quante le storie che Hong Sang-soo ricama addosso alla Huppert (Anne), qui lontanissima dall’algida Pianista hanekiana, moltiplicando il suo personaggio e la sua vita. Tre diverse Anne, dunque, e tre diverse vite attorno a cui ruotano discorsi, figure e situazioni che si ricombinano come in una partitura musicale. Un continuo scambio di simmetrie, garbato e compiaciuto, che riporta volutamente alla migliore grammatica espressiva d’Oltralpe (pensiamo a Resnais, per esempio, o a Rohmer) e che invita a riflettere sugli altri paesi che ognuno porta dentro di sé.
Inserito dai Cahiers du Cinéma tra i cinque migliori titoli del 2012, In Another Country è un’occasione preziosissima non solo per conoscere più da vicino il talento di Hong Sang-soo, pilastro del rinascimento cinematografica coreano assieme a giganti come Park Chan-wook o Kim Ki-duk, ma anche per ammirare Isabelle Huppert alle prese con un film (una commedia balneare) e un contesto (la Corea del Sud) decisamente inusuali.
Dopo quasi vent'anni di carriera e dopo le numerose partecipazioni a Cannes, Berlino e Venezia, sempre applaudite dalla critica, Hong Sang-soo rimane ancora un pianeta parzialmente inesplorato dalle platee occidentali e assente in Italia. E l’arrivo di In Another Country, anticipato a Torino, Bologna e Bari dalla bella rassegna Hong Sang-soo: piccolo ritratto di un grande maestro (tre film sotto il segno della Tucker: Hahaha, Oki’s Movie, The Day He Arrives), rappresenta un’occasione fondamentale per accorciare finalmente le distanze…
La Tucker, nata dall'unione tra il Centro Espressioni Cinematografiche di Udine (organizzatore del Far East Film Festival) e Cinemazero di Pordenone, ha già portato nei cinema italiani quattro capolavori della nuova onda asiatica (Departures, Poetry, A Simple Life, Confessions) e, proprio in questi giorni, è concentrata su Zoran Il Mio Nipote Scemo di Matteo Oleotto, in concorso alla Settimana Internazionale della Critica.