Il tumore ai polmoni è una delle forme più comuni di neoplasie e rappresenta una delle principali cause di morte nei Paesi industrializzati. Primo responsabile della malattia è, ovviamente, il fumo, causa della maggior parte dei decessi di questa tipologia di cancro, anche se l’inquinamento ambientale o comunque le condizioni di vita o di lavoro delle persone, ad esempio a stretto contatto con materiali tossici o nocivi, possono aumentare le potenzialità cancerogene e l’incidenza della patologia nella popolazione mondiale.
Lo sviluppo del tumore ai polmoni che progredisce verso una fase sempre più avanzata determina l’autodistruzione delle cellule sane dell’organismo e la proliferazione, invece, delle cellule tumorali. Un recente studio condotto presso l’University College London, sembra, invece, aver intuito come invertire il processo di sviluppo tumorale innescando un meccanismo utile all’autodistruzione delle cellule “impazzite” ed in grado di ridimensionare la crescita cellulare fuori controllo. La sperimentazione, finanziata dall’ente di beneficenza sulla ricerca sul cancro Cancer Research UK e realizzata su topi in laboratorio, ha previsto l’utilizzo e la combinazione di due farmaci in grado di riprogrammare il processo di sviluppo delle cellule del cancro inducendole ad un’autodistruzione naturale. Al momento i risultati ottenuti dalle ricerche realizzate sembrano incoraggianti ed il prossimo passo, secondo i ricercatori, sarà comprendere come può funzionare questo tipo di approccio scientifico anche con altre tipologie di cancro per poi giungere ad un test finale di trattamento curativo sull’uomo.
- Ricerca di: University College London
- Conclusione: Individuato un nuovo meccanismo in laboratorio in grado di definire l’autodistruzione delle cellule tumorali