La logica che, però, soggiace a queste operazioni è ben più astuta. Non si tratta solamente di equiparare i propri comportamenti a quelli altrui. Si tratta, invece, di creare le solite corsie preferenziali individuali senza che l’operazione, si inserisca in un contesto di riorganizzazione del lavoro improntata ad efficienza e produttività generalizzata. Chi scrive non scende da un’isolata “Valle di Buino” e non è vittima, peraltro, di un’ipocrita moralità integralista, per molti versi per nulla ammissibile nel sistema di riferimento complessivo. Ma non credo, però, che modalità e tempistica dell’operazione incriminata siano compatibili con l’attuale scenario comatoso delle aziende del Gruppo EAV. Inoltre, questa operazione, che non delinea promozioni in senso tecnico, confligge apertamente con le dichiarazioni di tutti i massimi dirigenti EAV. Ovviamente, i sofisti potrebbero argomentare che non si tratta di incarichi immediati e per questo non forieri di ulteriori conseguenze. Ma chi ha un minimo di conoscenza storica dei fatti sa bene che si tratta di un escamotage, già utilizzato in passato, che si è sempre tramutato in realtà.
Peraltro, a fare un’analisi dettagliata dei papabili, si intuisce come alcuni di essi siano i soliti fortunati che siccome fanno da tappo a qualcuno, si ritroveranno promossi solo per consentire la liberazione del posto per qualcuna/o più influente, e con amici negli alti ranghi. Alla faccia dell’efficienza e della trasparenza!!! Chi scrive, peraltro, non è accusabile di mancanza di elasticità mentale, anche e soprattutto in considerazione del suo passato personale. Né scrivo di questo argomento perché non faccio parte dell’infornata. Per quanto mi riguarda, da mobbizzato strisciante e conseguentemente fannullone involontario, ho solamente a cuore la sopravvivenza di queste realtà aziendali, peraltro in fortissima difficoltà. È la correttezza delle scelte che sottendono le pseudo “promozioni” che mi sta a cuore. Se da una rivisitazione dell’organizzazione del lavoro e della struttura organizzativa che ne consegue dovesse derivare, infatti, la necessità di 20, o più, promozioni non avrei alcun motivo per criticarla. Ma è avvenuto questo processo di analisi organizzativa? E se sì, possono essere resi pubblici i criteri adottati?
Casto Priore
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