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In attesa che venga scritta la storia dai risultati del SAM, Curiosity arriva a Point Lake (Glenelg)

Creato il 26 novembre 2012 da Aliveuniverseimages @aliveuniverseim

Source: http://youtu.be/r4A0TeSymO8

Lo scorso 16 novembre il rover ha guidato nuovamente per la prima volta dopo il soggiorno a Rocknest, percorrendo 1,9 metri in direzione di un nuovo target, la roccia chiamata "Rocknest 3".

CURIOSITY sol 100 ChemCam

CURIOSITY sol 100 ChemCam
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44

CURIOSITY sol 100 ChemCam

CURIOSITY sol 100 ChemCam
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44

Domenica 18 novembre (sol 102) l'ha analizzata con il suo spettrometro Alpha Particle X-Ray (APXS) per 10 minuti e poi di nuovo uno spostamento di 25,3 metri verso est, diretto in una zona chiamata “Point Lake”.

Questa è stata la prima manovra "touch and go" di Curiosity, ossia il rover ha ispezionato una roccia ed è ripartito lo stesso giorno. Ne avevamo parlato qui, con gli ultimi aggiornamento sulla missione.

Un'operazione importante perché ha permesso al team di prendere confidenza con procedure più complesse ed articolate (video in apertura).

Partito il 26 novembre 2011 da Cape Canaveral Air Force Station, in Florida, all’interno della sonda Mars Science Laboratory, ha viaggiato per un anno e 16 settimane verso Marte, atterrando nel cratere Gale il 5 agosto 2012.
Da allora il rover ha restituito più di 23.000 immagini raw ed ha guidato per oltre 517 metri.

Ora Curiosity si trova a “Point Lake”, nell'area di “Glenelg”, la prima destinazione selezionata dal team scientifico, considerata di notevole interesse geologico, a circa 400 metri dal sito di atterraggio denominato Bradbury Landing.

Glenelg è il punto di intersezione di tre tipi differenti di terreno: il terreno più chiaro è quello che desta più interesse e curiosità perchè trattenere maggiormente il calore ricevuto durante il giorno.

Qui, il team di missione sceglierà anche la prima roccia che il rover perforerà con il suo trapano per analizzare la polvere prodotta.

Dal suo nuovo punto di osservazione, durante il sol 107 (23 novembre 2012), Curiosity ci ha regalato un bellissimo panorama.

Curiosity sol 107 mastcam right panorama

Curiosity sol 107 mastcam right 15800 x 8211 pixel panorama
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44

Il mosaico proposto è stato realizzato con i subframe della Mastacam: la densa foschia che spesso avvolge il cratere Gale crea spettacolari piani prospettici.

CURIOSITY sol 107 Mastcam right panorama - anaglyph detail

CURIOSITY sol 107 Mastcam right panorama - anaglyph detail
"Courtesy NASA/JPL-Caltech" processing 2di7 & titanio44

Un paesaggio di rocce e curiose formazioni dove per gli appassionati di pareidolia potranno divertirsi con analogie e similitudini: sulla sinistra come era già successo in precedenza, si nota qualcosa di brillante che deve aver riflesso con la luce del Sole.

Difficile comunque, raccontare cosa succede su Marte senza pensare all’annuncio che tutti attendiamo: i risultati sul primo campione di suolo marziano sniffato dal SAM, che verranno discussi in occasione dell’American Geophysical Union, che si terrà tra il 3 e il 7 dicembre a San Francisco.

Ne avevamo parlato anche in questi post:
Curiosity ha scoperto qualcosa di 'sconvolgente'? Forse ma per ora la missione procede normalmente
Curiosity e la scoperta da libri di storia

Per il momento, John Grotzinger, project manager della missione Curiosity, con la sua dichiarazione “Questi dati segneranno i libri di storia”, ha scatenato un vero e proprio baccano mediatico

Sulla rete nel frattempo si legge veramente di tutto: dall’ipotesi su molecole organiche complesse, al ritrovamento di un fossile, fino ad arrivare perfino ad un monolito nero!

Il sito space.com ha intervistato alcuni scienziati sull'argomento: quasi tutti ritengono che Curiosity abbia scoperto composti organici ma altri, si pongono in modo decisamente negativo.

“Questa sarà una delusione”, ha detto Chris McKay, scienziato al NASA Ames Research Center a Moffett Field, California. “La parola usata dalla stampa definendo ‘sconvolgenti’ i risultati del SAM, è, a mio avviso, un’esagerazione. Non abbiamo (ancora) trovato nulla con il SAM che non fosse già noto dalle precedenti missioni: Phoenix e Viking”.

Lo stesso Guy Webster, portavoce della missione per il JPL, nei giorni passati aveva smorzato gli animi:
“Per quanto riguarda i libri di storia, tutta la missione è da libri di storia. John era felice per la qualità e la portata di informazioni provenienti dal SAM, quando un giornalista è capitato nel suo ufficio la scorsa settimana. E’ stato felice allo stesso modo per gli altri risultati della missione ottenuti fino ad oggi”.

Ma James Garvin, scienziato al NASA's Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, membro del team Curiosity, ha un approccio diverso:
“Quello che ha detto John Grotzinger è esattamente corretto. Il carico utile di analisi del MSL e in particolare del SAM, sono misurazioni senza precedenti su campioni di materiale solido con implicazioni incredibili per Marte ma queste richiedono, come accade nella prassi scientifica, riproducibilità ed adeguatezza di calibrazione / validazione.”

D’altra parte, l’attesa di questi giorni, potrebbe essere legata non solo ad un discorso di elaborazione dei dati già misurati ma il team potrebbe aver deciso di ripetere l’analisi su un secondo campione, a conferma della prima.

Garvin ha riferito che il team di Curiosity sta lavorando duramente per ottenere risultati coerenti da poter condividere con il resto del mondo, sottolineando che in particolare, le analisi del SAM richiedono un’estrema cura e una grande precisione nella calibrazione, validazione ed interpretazione.

Anche per Michael Mumma, scienziato planetario del NASA Goddard, l’attesa sarebbe dovuta ad una nuova analisi su un secondo campione.
Secondo Mumma la scoperta potrebbe riguardare un suolo pirolizzato e la presenza di metano oppure il riscontro di idrocarburi complessi.

Gilbert Levin, professore presso l’Arizona State University di Tempe, ha dichiarato “Penso che il risultato minimo che possa aver portato Grotzinger a definirlo ‘storico’ siano i composti organici complessi”.
Levin aveva lavorato agli esperimenti biologici Viking del 1976.

“Ho già sottolineato che il Viking PR ha dimostrato che sostanze organiche semplici si formano in continuazione su Marte, quindi non dovrebbero essere un grosso problema per Curiosity. Dubito che il SAM possa aver trovato la prova di microrganismi viventi ma lentamente ed ineluttabilmente, la NASA viene trascinata nel fango della vita su Marte e alla fine, forse presto, dovrà cambiare il proprio parere sui risultati del Viking”.

In definitiva... ci siamo quasi: abbiamo ancora qualche giorno per speculare ma i primi di dicembre sono alle porte!


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