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In aumento le aziende che pubblicano il bilancio sociale, in Italia una su quattro

Creato il 27 dicembre 2013 da Stivalepensante @StivalePensante

Il numero di imprese italiane che pubblica un bilancio sociale, riferisce il rapporto, è salito dal 15% del 2011 all’attuale 24%.

L'entrata dell'azienda Sidernet (sidernet.it)

L’entrata dell’azienda Sidernet (sidernet.it)

Aumenta il numero delle aziende che pubblica il bilancio sociale. Sono passate, infatti, dal 15% del 2011 all’attuale 24% le imprese italiane che pubblicano informazioni sulla responsabilità sociale d’impresa e sulla sostenibilità, sia integrandole nel bilancio (20%), sia in documenti specifici (4%). E’ quanto emerge dall’International Business Report di Grant Thornton.

“Riteniamo che sempre più imprese sceglieranno di divulgare questo tipo di informazioni, anche integrandole nel bilancio tradizionale” ha dichiarato Stefano Salvadeo, Head of Advisory Services e responsabile del settore Energy & Cleantech di Bernoni Grant Thornton. “Le imprese iniziano a comprendere – sottolinea – l’importanza di integrare l’aspetto ambientale, sociale, delle risorse umane e della governance con l’aspetto finanziario, così da fornire agli stakeholders un quadro completo della situazione aziendale”.

A livello mondiale la tendenza è più diffusa in India (69%), Vietnam (64%), Paesi Bassi (64%), Filippine (60%) e Messico (52%); le percentuali più basse si registrano invece in Estonia (6%), Polonia (12%), Nuova Zelanda (16%), Finlandia (18%) e Australia (19%).

Globalmente la percentuale di imprese che forniscono informazioni sulle attività di Csr (Corporate Social Responsibility) e sulla sostenibilità si attesta al 31%, in crescita rispetto al 25% del 2011. In generale, il 52% delle imprese italiane è d’accordo nel sostenere che tali informazioni dovrebbero essere integrate in bilancio, percentuale in linea con la media mondiale (57%). Tra i paesi più favorevoli vi sono India (89%), Filippine (86%), Perù (84%) e Brasile (77%), mentre in fondo alla classifica figurano Estonia (18%), Svezia (19%), Lettonia (26%), Lituania (37%) e Giappone (38%).

A livello globale il 12 % delle imprese conta di iniziare a fornire informazioni sulle attività di Csr e sulla sostenibilità entro i prossimi 5 anni, mentre un ulteriore 14% lo ritiene probabile. In testa alla classifica figurano Messico (73%), Turchia (71%), Perù (69%), Brasile (66%) e Filippine (61%). L’Italia, con il 9% è in coda alla classifica davanti a Svezia (2%) e Hong Kong (6%) e dietro a Norvegia e Germania (entrambe 12%).

“Uno degli approcci suggeriti dall’International Integrated Reporting Council (IIRC) è quello di strutturare il bilancio sulla base del modello di business dell’impresa e sui sei categorie di capitali (finanziario, produttivo, intellettuale, umano, sociale e relazionale e naturale) che la stessa utilizza e influenza”, continua Salvadeo. “Questo approccio consente di mettere in relazione la performance finanziaria e di CSR dell’impresa in maniera strutturata e raffrontabile sia nel tempo che con quella di altre imprese. Il reporting integrato permette all’impresa di descrivere e misurare il valore creato e le possibilità di crearne in futuro, mettendo in relazione la creazione di valore con attività e investimenti distinti”.

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