in barba a Caronte

Da Leucosia

dicono alla tv che questo caldo africano sta superando l’ondata di alte temperature del 2003. ma a me non sembra così o almeno non ne sto risentendo come in quella lontana estate, che se mi soffermo a ricordarla mi vengono i brividi al solo pensiero: soffrivo per le concause di Sua Maestà mi trascinavo una gamba camminando e i vari medici interpellati mi rassicuravano dicendomi che era una distorsione provocata dalle scarpe antinfortunistica! mi imbottivo di aulin stringevo i denti e andavo pure a lavoro in cantiere! poi il neurologo alla fine del mese di luglio confessò che poteva essere uno strascico della malattia – strascico eh! come quello delle spose…mica mi fece capire in parole povere che dovevo curarmi per una ricaduta! vabbè, alla fine il malanno rientrò grazie al cortisone. partii pure per le vacanze!

inferno-hell di ul_Marga from flickr

e quest’anno dunque tra i piedi abbiamo Caronte che soffia sulle nostre teste. il suo nome  mi evoca ricordi scolastici, la voce di mio nonno che declamava con enfasi il canto dantesco…”guai a voi anime prave!” vi dirò che sto superando lo scoglio del caldo infernale con una discreta dose di disinvoltura, menefreghismo, e molto probabilmente di di c*lo, dato che sto finalmente affrancandomi dalla stampella Rapunzel! sembra assurdo ma è così…adesso esco di casa e per brevi tratti cammino senza. oddio non esco da sola, in questo sono lungimirante. una caduta rovinosa sull’asfalto ci tengo ad evitarla come la peste. ma prima uscivo accompagnata e pure insieme alla stampella: ‘na faticaccia erculea! bene dopo un accurato lavoro sulle mie paure ataviche , Rapunzel resta a casa, e io mi lancio alla conquista dei marciapiedi. ovviamente qualche incidente di percorso deve essere segnalato a onor di cronaca. l’altro fine settimana tutti insieme appassionatamente al centro commerciale…c’era il tapis roulant e niente ascensori. il suddetto tapis era in pendenza, sembrava una parete free climbing e io stupidamente ho pensato di fare cosa buona e giusta mantenendomi al passeggino di chicco, mentre il pargolo era custodito dal nonno. e cosa succede alla fine della salita? il passeggino si incastra e io sbando e  non riesco a sollevarlo. ho rischiato seriamente di finire male se non fossi stata aiutata da mia madre che aveva capito in che guaio mi ero cacciata! ho solo per fortuna una lividura millimetrica sul braccio, le scuse dei clienti dietro di me che stavano per passare allegramente su passeggino e quello che restava di me… vede signora non avevamo capito che aveva un problema nel camminare! del resto come dare loro torto? io non cammino con il cartellino attenzione disabile dietro le spalle. questo è camminare senza stampella…essere paragonata agli altri nella deambulazione, giustamente, per chi è di fretta e vuole scavalcare la fila incurante di chi procede più lentamente.al di là dello spavento l’episodio del centro commerciale mi è sembrato la riedizione partenopea di Mr Bean. e per fortu

in ogni caso, progressi ne sto facendo eccome! al di là di piccoli incidenti da annoverare nel normale corso degli eventi, se penso che tre anni fa ero in sar, poi con le stampelle, e ora invece senza  sono enormi traguardi! restano altri obiettivi naturalmente forse per i più banali come scendere a comprare il giornale da sola, oppure andare a fare la spesa – questo non da sola però! e accompagnare chicco a scuola. poi ci sono le aspirazioni contingenti e magari irrealizzabili come pubblicare qualcosa di mio su carta ma anche su e-book, carpere il famoso diem, e trovare lavoro che suona un po’ come una chimera  è vero , vista la crisi.

ma nonostante tutto sono fiera dei miei risultati e il resto mi sembra acciuffabile con tanta buona volontà e un pizzico di fortuna… in effetti la spinta a migliorarmi la dà mio figlio, in tutto e per tutto.



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