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“In bilico. Storie di animali terrestri”, gli autori si raccontano: Marina Piconese

Creato il 01 maggio 2015 da Lucianopagano

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Marina Piconese è imprenditrice e giornalista. Il suo racconto “Cicchetto e l’equilibrista felice” è un poetico viaggio attraverso quella che è la nostra fissità, la nostra inerzia, il desiderio rispetto a ciò che vediamo.

Come hai scelto l’idea per il racconto che è stato inserito nella raccolta?

«È venuta da sé, si è creata in maniera magica, un pomeriggio, davanti a poche righe sullo schermo. Felice e Cicchetto hanno preso una forma che nemmeno io mi aspettavo! All’inizio sapevo solo che a far compagnia a un gatto ci sarebbe stato un uomo anziano, ma il passato di quest’uomo era ancora un futuro, per me.»

Ci sono dei punti che ricordano le trasformazioni e le scelte di Alberto Sordi ne “L’arte di arrangiarsi”… Che cosa significa per te la precarietà delle scelte?

«La precarietà che tento di descrivere è quella delle scelte personali, quotidiane o epocali che siano; di tutte quelle vite che rimangono “in medias res”, di tutte quelle persone che non hanno né la volontà, né la fortuna, di apportare alla propria esistenza quei cambiamenti radicali che le scuoterebbero dal loro inevitabile torpore. La fortuna e la volontà, in questo gioco di andi-rivieni, si danno una mano l’un l’altra: se non c’è volontà, la fortuna non ti seguirà mai; ma se non c’è fortuna, nessuna volontà potrà salvarti! Restare in equilibrio tra ciò che realmente siamo e ciò che vorremmo davvero essere è un dono di pochi, ma l’equilibrio, per definizione, è sempre precario. In sostanza, ci si può anche gettare nel vuoto, ma solo se si hanno “le ali adatte” per volare.»

Cos’è per te la scrittura?

«È una compagnia, un sogno recondito, uno sfogo inevitabile; una delle prime cose che ho imparato nella vita e una delle poche cose che ancora so fare senza sforzo. Naturale come respirare.»

marina piconese
Marina Piconese. Classe 1982, salentina per origine e per passione, in tasca una laurea in Teoria e tecniche della comunicazione mediale, la qualifica di giornalista pubblicista, un lavoro di social media manager e, soprattutto, lʼamore per la scrittura di racconti. Le viene facile ispirarsi camminando tra gli ulivi della sua azienda agricola, e spera, un giorno, di infondere quel verde e quellʼargento tra le pagine del suo primo romanzo. I suoi lavori sono attualmente pubblicati in diverse antologie di concorsi letterari, in molti dei quali ha conquistato un felice posto sul podio. Ama le coincidenze, ascolta volentieri gli aneddoti ed è affamata delle storie di vita di chiunque incontri.

Leggi le interviste precedenti:

Marco Goi, Annarita Pavone



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