Come è venuta l’idea che ha dato vita al racconto “Prede”?
«Quando mi è stato comunicato il trait d’union della raccolta, ho pensato che gli altri autori avrebbero trattato il tema del precariato. Io volevo creare invece un punto di rottura, cosa che ho sempre fatto. Quando ero piccolo, a scuola, l’insegnante di disegno ci chiese di ricreare una stanza in modo che fosse tridimensionale. Le “femmine” disegnarono cose da “femmine” cioè negozi di vestiti, fiorai, i “maschi” disegnarono cose da “maschi”, come bar. Il mio punto di rottura fu che io, invece, disegnai un obitorio. Poi l’idea del racconto si è legato a reminiscenze di biologia.»
Cos’è per te la precarietà nel racconto “Prede”?
«La precarietà dei personaggi si sviluppa su più livelli, dalla precarietà del lavoro che viene appena accennata, alla precarietà nei confronti della natura, a quanto sono piccoli rispetto a tutte le forme di vita che sono nel Parco Nazionale d’Abruzzo. Poi c’è la precarietà delle prove richieste dalle forze dell’ordine.»
Che cos’è per te la scrittura?
«È una necessità e un piacere. Quando un’idea bussa alle porte della mente devi darle spazio, è necessità dare voce a quello che “vedi”, ma è un piacere perché è un momento terapeutico, come altri autori di questa raccolta potranno spiegare meglio di me. È terapeutico perché ci si libera sulla carta di ciò che vogliamo, in parte esorcizzare.»
Leggi qui le interviste già pubblicate agli autori di “In bilico. Storie di animali terrestri”:
Paolo Colavero, Marco Goi, Annarita Pavone, Marina Piconese
“In bilico. Storie di animali terrestri”
è disponibile in formato cartaceo, ordinabile in libreria o online, e in formato digitale.
libro: ISBN 978-88-99315-0-16
ebook: ISBN 978-88-99315-0-47